Non avevano accettato che la figlia frequentasse un ragazzo più grande e così hanno provato in tutti i modi a ostacolare la relazione tra i due, arrivando – con la complicità di una terza persona, al momento ignota – anche a indurre la giovane, con violenze e minacce, ad accusare il fidanzato di violenza sessuale. A finire nei guai una coppia, 53 anni di origini straniere lui e 37 lei, ritenuti responsabili dei reati di minaccia aggravata e di intralcio alla giustizia. I due sono stati allontanati dalla casa familiare e a loro carico è stato disposto anche il divieto di avvicinarsi e comunicare con la figlia ed il fidanzato.
A far scattare l’intervento delle forze dell’ordine, è stato proprio il compagno della giovane che, venuto a conoscenza dell’accusa di violenza sessuale nei suoi confronti, si è rivolto al Commissariato di Foligno diretto dal vice questore aggiunto Adriano Felici. Dagli accertamenti investigativi condotti dai poliziotti, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto, è inoltre emerso come, in un’altra occasione, per riportare a casa la figlia, i genitori avessero minacciato lei e il compagno con numerosi messaggi minatori e di morte.
Le indagini effettuate dagli agenti, che hanno dato riscontro al racconto dei due giovani fidanzati, hanno così indotto la Procura spoletina a richiedere l’applicazione di una misura cautelare a carico dei genitori della ragazza. Visti i gravi indizi di colpevolezza e valutate le esigenze cautelari relative ai reati contestati al 53enne e alla 37enne, il gip ha disposto – come detto – l’allontanamento dalla casa familiare con il divieto di avvicinamento ai due giovani, al posto di lavoro e a tutti gli altri luoghi abitualmente frequentati dalla figlia e dal compagno, vietandogli anche qualsiasi forma di comunicazione con i due ragazzi. Disposto, inoltre, il controllo attraverso dispositivi elettronici al fine di garantire il rispetto del provvedimento adottato a loro carico.