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Eolico industriale, Meloni (Pd): “Moratoria sui progetti e individuazione aree non idonee”

In una mozione della capogruppo “dem” a palazzo Cesaroni, l’appello alla Regione a intervenire per “evitare l’assalto in corso in questi mesi”. Tra le proposte avanzate anche quella di un comitato interregionale permanente tra Umbria e Marche

Pubblicato il 26 Agosto 2024 12:07 - Modificato il 27 Agosto 2024 14:26

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Fare presto. Per la capogruppo Pd in consiglio regionale, Simona Meloni, è questo l’imperativo per “evitare l’assalto in corso in questi mesi”. Il riferimento è ai tanti progetti di eolico industriale che via via imprese private stanno presentando al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica per la realizzazione di impianti nel Cuore verde d’Italia. Una questione che tocca da vicino anche l’area del Folignate con diversi progetti, come emerso anche nelle scorse settimane a proposito, tra l’altro, dell’impianto “Monte Burano” e rispetto al quale il consiglio comunale ha presentato l’istanza di indizione dell’inchiesta pubblica al Mase.

Per Meloni la Regione deve intervenire “quanto prima nell’individuare le aree non idonee” rispetto a quello che definisce un “proliferare di progetti di eolico industriale che prendono di mira i luoghi sensibili del nostro territorio, creando tensioni e preoccupazioni tra le comunità e i cittadini”. Ma non solo. L’appello è anche ad una “moratoria temporanea sui nuovi progetti eolici e una garanzia di partecipazione attiva delle comunità locali nei processi decisionali attraverso incontri pubblici, consultazioni e inchieste pubbliche sia in tutte le fasi autorizzative del processo, sia nella formazione della legge regionale di pianificazione delle aree idonee e, soprattutto, di quelle non idonee”.

Per l’esponente “dem”, inoltre, occorre anche “un piano che valorizzi le alternative energetiche con meno impatto ambientale, e che in sede di burden sharing distribuisca su tutto il territorio regionale l’apporto al conseguimento dell’obiettivo complessivo di potenza da rinnovabili di 1.756 mw richiesto all’Umbria al 2030 dal decreto del 21 giugno 2024. La partita che si sta giocando è importante e va oltre i confini regionali. Per questo – spiega – servirebbe un comitato interregionale permanente tra Umbria e Marche, per monitorare e valutare gli impatti dei progetti eolici industriali proposti”.

In gioco c’è il paesaggio umbro che Meloni definisce “non solo un patrimonio estetico ma costituisce un elemento identitario, un volano economico per il turismo che è una delle risorse principali della nostra regione”. Come dichiarato dall’esponente “dem”, infatti, la realizzazione di impianti eolici “comporterebbe l’alterazione significativa e irreversibile del territorio”. Il riferimento è, tra le altre cose, alla “costruzione di strade, piazzole di servizio e infrastrutture di  collegamento provocherebbe la perdita di biodiversità, frammentazione degli ecosistemi e la deturpazione di paesaggi unici come i crinali montuosi dell’Appennino umbro marchigiano”. Tra le questioni richiamate anche quella degli “usi civici”. “Gran parte di questi terreni – conclude – sono interessati da questo fenomeno e la conseguente variazione di destinazione d’uso della Regione, senza una generale consultazione pubblica, sarebbe molto lesiva della trasparenza e dei diritti delle comunità locali”.

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