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Il ministero dell’Ambiente approva il metanodotto Recanati-Foligno

Il progetto interesserà il comune umbro e altri undici del maceratese. A occuparsi dei lavori, che dovrebbero concludersi entro il 2029, sarà la Snam Gas Spa

Pubblicato il 4 Settembre 2024 17:26 - Modificato il 6 Settembre 2024 15:33

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Partono i lavori di rifacimento del metanodotto Recanati-Foligno. Ad approvare il progetto un decreto del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, con il quale viene approvata l’autorizzazione di inizio lavori da parte di Snam Gas Spa, che ha precedentemente presentato l’istanza per il rilascio dell’autorizzazione alla costruzione al ministero della Transizione ecologica.
Il condotto interesserà, oltre a Foligno (nella zona di Colfiorito), undici comuni del maceratese (Recanati, Montecassiano, Macerata, Treia, San Severino Marche, Serrapetrona, Castelraimondo, Camerino, Muccia, Pieve Torina, Serravalle di Chienti) e nel dettaglio, come si legge nell’atto ufficiale, prevede la realizzazione di una condotta principale della lunghezza di 77,980 km, sedici linee secondarie di vario diametro, un tratto di interconnessione con il metanodotto Sulmona-Foligno, ma anche la dismissione della condotta Recanati-San Marco, lunga 76,925 km e di venti linee di vario diametro.
Il progetto rientra negli interventi di ammodernamento delle infrastrutture della rete nazionale di trasporto del gas esistente ed è stato sottoposto a valutazione di impatto ambientale “conclusa con il rilascio – viene dichiarato nel decreto – da parte del ministero dell’Ambiente, di concerto con il Ministero della Cultura, del decreto favorevole di compatibilità ambientale”.
La realizzazione dell’opera viene riconosciuta, inoltre, come urgente e indifferibile e, come si apprende ancora dall’atto ministeriale, i lavori di costruzione dovranno concludersi entro cinque anni dalla data di pubblicazione del decreto (02/08/2024), quindi nel 2029, “salvo motivate proroghe concesse per cause non dipendenti dalla Snam Rete Gas Spa”.
Il documento si conclude informando che è ammesso, per chiunque sia avverso all’autorizzazione di inizio lavori, “ricorso giurisdizionale al Tar competente o, in alternativa, ricorso straordinario al Capo dello Stato nel termine, rispettivamente, di sessanta e centoventi giorni dalla data di pubblicazione del decreto”.

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