Ci risiamo. Il Menotre finisce di nuovo in secca provocando una moria di pesci e la rabbia dei residenti. È quanto avvenuto nella serata di giovedì, quando gli abitanti della frazione montana di Serrone si sono trovati a guardare sbigottiti il fiume senza più acqua. Una scena purtroppo non nuova a chi abita quei luoghi, ma che ogni volta provoca profonda tristezza per i danni generato dalla mancanza di acqua lungo il letto del fiume. La causa, stando a quanto dichiarato dal comitato Pro Serrone, è da imputare a una “captazione oltre i limiti imposti dalla concessione idroelettrica trentennale, componenti idraulici e di controllo presumibilmente obsoleti e non in grado di gestire i parametri idrici, assenza di controllo istituzionale”. Stando ai parametri della concessione, la stessa deve comunque garantire il minimo deflusso costante vitale in alveo pari a 135 l/s, come stabilità nel disciplinare di attuazione dall’Autorità di Bacino. Parametri che, guardando il fiume giovedì sera, era evidente non fossero rispettati. È per questo che i residenti di Serrone parlano di “disastro ambientale, con la secca del fiume e la morte di un elevato numero di trote fario. Non un evento naturale quindi – proseguono dal comitato – ma un fatto legato al colpevole comportamento umano di chi è titolare della concessione”.
Menotre in secca per circa 600 metri, per quello che viene definito “un fatto che si sta ripetendo frequentemente” e che giovedì ha lasciato “poche ed esangui pozzanghere dove si dimenavano le trote per sfuggire alla morte, che comunque sarebbe arrivata per molte di loro”.
È così che il comitato Pro Serrone ha avvisato i carabinieri forestali, giunti in Val Menotre da Cascia, a cui i residenti inviano la loro gratitudine per la tempestività e disponibilità mostrate.
“I militari – raccontano dalla frazione montana di Foligno – con le torce elettriche hanno meticolosamente ispezionato il fiume morente, muovendosi a piedi nel suo alveo, constatando la fine di innumerevoli trote, mentre altre agonizzanti annaspavano nei residuali specchi d’acqua, documentato il tutto con foto e redatto il verbale di sopralluogo dell’accaduto, scambiando pareri e ricevendo informazioni dai numerosi presenti, nella notte fonda. Hanno quindi telefonato al titolare di concessione – prosegue il racconto – perché giungesse sul posto a ripristinare il flusso d’acqua. Ciò è avvenuto alle 23.30 circa. Il fiume ha quindi patito l’assenza di acqua per circa cinque ore, con moria della sua fauna”.
Archiviato quanto avvenuto giovedì sera, il comitato Pro Serrone è pronto a portare la vicenda in Regione, chiedendo un incontro alla massima istituzione umbra, “perché prima della scadenza della concessione che avverrà a ottobre 2025 – dicono da Serrone -, possano stabilirsi condizioni di maggior tutela per il fiume Menotre e scongiurare quello a cui abbiamo assistito, lo scempio di un fiume, saccheggiato, nella totale assenza di controlli e nel disprezzo dei contenuti di concessione”.