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Eolico, spuntano i dettagli di un altro impianto tra Foligno e Nocera

Il Mase ha pubblicato l’avviso di avvio del procedimento di Valutazione impatto ambientale del progetto “Fondi Collecroce” presentato da Energia Ecosostenibile sull’Appennino umbro

Pubblicato il 11 Settembre 2024 16:14 - Modificato il 12 Settembre 2024 11:48

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Non c’è più solo il progetto “Monte Burano” a preoccupare chi, in questi ultimi mesi, ha preso posizione contro la realizzazione di impianti eolici nella montagna folignate, in virtù dell’impatto che questi potrebbero avere non solo sul paesaggio, ma anche sulla fauna e sulla storia di aree che rappresentano un grande patrimonio per il territorio.

Conclusa le verifica amministrativa, infatti, negli scorsi giorni il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha pubblicato l’avviso pubblico per l’avvio del procedimento di Valutazione impatto ambientale (VIA) relativo ad un altro progetto eolico: si tratta di quello presentato da Energia Ecosostenibile srl. Denominato “Fondi Collecroce”, l’impianto interesserà i territori comunali di Foligno e Nocera Umbra per quanto riguarda la nostra regione e di Serravalle di Chienti per le vicine Marche.

Complessivamente sono 10 gli aerogeneratori previsti, alti 200 metri, per una potenza nominale di 60 megawatt. In particolare, secondo quanto si apprende dal documento pubblicato sul portale del Mase e consultabile anche all’albo pretorio del Comune di Foligno, il progetto riguarderà l’Umbria, e quindi i territori di Foligno e Nocera, “per quanto attiene alla localizzazione delle turbine e dei principali cavidotti interrati”, mentre le Marche “per quanto riguarda il punto di connessione in alta tensione (nuova sottostazione Terna ed impianto di storage)”.

All’interno dell’avviso pubblicato dal ministero dell’Ambiente si fa riferimento anche all’impatto che l’impianto avrà sui territori sui quali sorgerà. L’atto parla, a questo proposito, di impatti “di tipo temporaneo per quanto riguarda la fase di cantiere per la sistemazione dell’area, per il trasporto dei componenti e per il montaggio degli aerogeneratori e delle opere accessorie”. Ma parla anche di “impatti residui di tipo paesaggistico, dovuti alla visibilità degli aerogeneratori e di tipo ambientale per la potenziale interferenza con gli habitat della fauna locale”.

“Entrambe le tipologie di impatto – viene spiegato a questo proposito – sono state valutate nello SIA e nella VIncA (valutazione di incidenza, ndr) e possono essere considerate coerenti con le finalità generali di interesse pubblico e al tempo stesso sostanzialmente compatibili con i caratteri paesaggistici e con le relative istanze di tutela derivanti dagli indirizzi pianificatori e dalle norme che riguardano le aree di interesse”.

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