Sono scesi nelle piazze e nelle vie, proprio come recita il bando di giostra, per sì far festa ai dieci cavalieri, ma anche per ammirare in tutta la sua bellezza e magnificenza il corteo delle rappresentanze rionali. Contradaioli, cittadini e turisti hanno invaso il centro storico di Foligno per l’ultimo sabato di Quintana, quello in cui il grande lavoro delle commissioni artistiche dell’Ente Giostra e dei dieci rioni emerge in tutta la sua forza, tra abiti curati nei minimi dettagli e allegorie che raccontano l’importante studio che c’è dietro ogni sfilata barocca.
Una sfilata che, come di consueto, è stata aperta dal Comitato centrale dell’Ente Giostra, accompagnato dall’allegoria ispirata al dipinto “La Caccia di Diana” del Domenichino, interamente realizzata dalla commissione artistica di palazzo Candiotti di cui è responsabile il magistrato Simone Agostini: rappresentata una gara di tiro con l’arco con la dea e le ninfe a riprendere il tema del Gareggiare dei Convivi di quest’anno. A seguire le rappresentanze istituzionali, con il sindaco di Foligno Stefano Zuccarini in testa e subito dietro la giunta comunale tra vecchi e nuovi assessori. Corteo storico anche per le onorevoli Catia Polidori e Carmen Letizia Giorgianni, chiamate a indossare gli splendidi costumi barocchi della Quintana, ma anche per la medaglia olimpica di canottaggio Giacomo Gentili, capo degli armati per il Rione Croce Bianca.
Quindi spazio ai dieci rioni, a cominciare dal vittorioso Cassero del priore Fabio Serafini e del Pertinace Luca Innocenzi, per poi procedere fino all’ultimo classificato alla Giostra della Sfida dello scorso giugno, ossia il Rione La Mora. E proprio in virtù dell’ultimo trionfo, la Torre Merlata ha deciso di far sfilare un gruppo allegorico composto da chiarine, sbandieratori e figure femminili all’eroica, ispirate alle stampe di fine 500 di Antonio Tempesta. Gruppo che ha, di fatto, preceduto l’arrivo del carro in cui a troneggiare erano le virtù che portano alla vittoria e quelle che ne conseguono: pertinacia, forza, lustro e potere.
Bellezza e magnificenza a parte, però, quello andato in scena nella serata di sabato è stato anche e soprattutto un corteo all’insegna del ricordo di Jonathan Spaziani, storico e “indimenticabile” rionale dello Spada, come ha ricordato Mauro Silvestri durante il passaggio del Rione delle Conce in piazza della Repubblica, con l’alfiere Luca Mion e il capo contrada Omar Ricciolini ad introdurlo. Bandiera listata a lutto e tributo dei tamburini, che gli hanno dedicato una coreografia: in una piazza calata nel silenzio, a risuonare è stato solo il suono unico dei tamburi e il grido “Jonny”.
E al 40enne folignate, scomparso improvvisamente nelle scorse settimane, ha dedicato il suo intervento anche il presidente dell’Ente Giostra, Domenico Metelli, durante il cerimoniale che ha chiuso la sfilata barocca. “In questi 78 anni – ha detto – abbiamo vissuto momenti fantastici e bellissimi ma anche duri. Tante persone se ne sono andate, alcune nella ‘logica normale’ della vita, altre con violenza e fretta, lasciando bambini piccoli, mogli e compagne, come Jonathan: un uomo che ha dato tanto alla Quintana”.
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Tra gli interventi istituzionali, invece, quelli della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e del sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini. “Questo è un corteo unico, che esprime una bellezza straordinaria” ha detto la governatrice dell’Umbria, che ha poi aggiunto: “Foligno diventa straordinariamente bella in questi giorni, grazie al lavoro di squadra che c’è dietro. E questa manifestazione va sostenuta, perché è espressione dell’identità della città”.
Di concordia ha, invece, parlato il primo cittadino, definendola “un elemento fondamentale”. “La Quintana è la migliore espressione di questa città” ha quindi dichiarato, ricordando anche i lavori che stanno interessando il Campo de li Giochi nell’ambito del Pnrr, che ne faranno, ha detto, “un fiore all’occhiello”.
Quindi la parola è passata al vescovo di Foligno e Assisi, monsignor Domenico Sorrentino che, prima di procedere alla consueta benedizione di cavalli e cavalieri, ha voluto rivolgere un pensiero alla città. “La Giostra della Quintana – ha dichiarato – è sì una competizione, ma nella quale ci si sente fratelli e sorelle che giocano insieme. Momenti improntati al grande garbo della fraternità, per cui vi auguro di viverli nella concordia”. Monsignor Sorrentino ha quindi concluso il suo saluto auspicando per il prossimo anno l’uscita, in occasione del cerimoniale della Quintana, dalla cattedrale, com’è stato fino a prima del sisma del 2016. “Ormai siamo all’ultima fase dei lavori – ha quindi annunciato – e per San Feliciano sarà nuovamente aperta. So quanto questo stia a cuore a questo popolo, perché la cattedrale è simbolo di unità, sia di fede che sociale”.