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Gestivano importanti piazze di spaccio tra Spoleto e Foligno: sette indagati

Partita ad aprile dello scorso anno, l’articolata operazione antidroga è stata portata avanti dai carabinieri: ingenti i quantitativi di droga e di denaro sequestrati. Proveniente dal litorale marchigiano, lo stupefacente veniva nascosto e poi confezionato nella città della Quintana

Pubblicato il 17 Settembre 2024 13:56 - Modificato il 19 Settembre 2024 13:58

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Alimentavano e gestivano importanti piazze di spaccio tra Spoleto e Foligno. I sette indagati, di origini albanesi ed italiane e tutti tra i 19 e i 44 anni, nella mattinata di martedì 17 settembre sono stati raggiunti da altrettante misure cautelari emesse dal gip di Spoleto su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta da Claudio Cicchella. Le accuse sono, a vario titolo, di detenzione ai fini spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti continuato e in concorso. A condurre l’articolata operazione antidroga, scattata alle primi luci dell’alba, l’Arma dei carabinieri, intervenuta non solo nella provincia di Perugia con i militari della Compagnia di Spoleto, ma anche in quelle di Fermo, Frosinone e Siena, chiamando in campo i militari dei locali comandi provinciali, della componente area del 16° Nucleo elicotteri carabinieri di Rieti e del Nucleo cinofili di Pesaro.

Le indagini erano state avviate ad aprile dello scorso anno e sono andate avanti fino marzo. A dare il là il sequestro di 50 grammi di cocaina nei confronti di uno degli indagati nel corso dei servizi di contrasto allo spaccio. Nel mese di novembre 2023, poi, era stato arrestato in flagranza di reato un giovane pusher albanese operante nell’hinterland spoletino a cui erano stato sequestrate diverse dosi. E ancora a dicembre era stato arrestato uno degli indagati, attualmente sottoposto ai domiciliari, per detenzione di 100 grammi di cocaina destinati alla vendita al dettaglio e trovato in possesso di circa 3mila euro ritenuto provento dell’attività di spaccio. Tutti interventi che, come detto, avevano dato corpo all’indagine condotta anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione, controllo e pedinamento con l’impiego degli equipaggi dell’Aliquota Radiomobile in sinergia con le pattuglie delle locali stazioni.

È così, dunque, che sono state smantellate diverse piazze di spaccio sia nel comune di Spoleto che in quello di Foligno, che avevano creato un importante giro di affari. In particolare, gli indagati di origini albanesi, che vivevano a Foligno e che si trovano ora in carcere, si rifornivano di alcuni chilogrammi di cocaina al mese tramite un canale operante nel litorale marchigiano e che faceva riferimento ad un referente del posto, loro connazionale, anch’egli in carcere. La cocaina, appena giunta a destinazione nella periferia folignate, veniva interrata tra la boscaglia e da lì, di volta in volta, recuperata e portata in appartamenti adibiti a veri e propri laboratori, dove veniva tagliata e confezionata in dosi per essere poi venduta nei due centri storici umbri dai pusher, in grado di rifornire rapidamente i clienti al dettaglio.

Nel corso delle indagini i militari hanno rinvenuto, occultato in un terreno boschivo, un involucro contenente circa 450 grammi di cocaina, nonché 500 grammi di marijuana sottoposti a sequestro, che venduti al dettaglio avrebbero fruttato circa 60mila euro. Considerata la gravità indiziaria, il pericolo di reiterazione dei reati e valutata la pericolosità sociale, il gip ha quindi disposto per quattro indagati la custodia cautelare in carcere, per altri due l’obbligo di dimora nel comune di residenza con il divieto di uscire di casa nelle ore notturne e per un altro il divieto di dimora in Umbria. Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni in abitazioni, veicoli e in due esercizi commerciali che hanno permesso di rinvenire e sequestrare diverse dosi di droga, bilancini e materiale per il confezionamento oltre a una somma in contanti di circa 40.000 euro, anche questa ritenuta verosimilmente provento di spaccio.

Secondo gli inquirenti, si trattava di un’attività in via di espansione con la possibile creazione di un’organizzazione strutturata.

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