Confermato il fermo per il 17enne ritenuto responsabile dell’omicidio del muratore di 56 anni ucciso a Foligno. Martedì mattina, a Perugia, si è infatti tenuta l’udienza di convalida nel corso della quale il giudice del Tribunale dei Minori ha disposto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere sulla base dei gravi indizi di colpevolezza emersi a suo carico, accogliendo la richiesta del procuratore Flaminio Monteleone. Attualmente, però, il 17enne si trova in ospedale, come spiegato dall’avvocato Samuele Ferocino che, insieme al collega Ilario Taddei, ne ha assunto la difesa. “Quando potrà uscire – ha detto – verrà collocato nell’Istituto penitenziario minorile di Firenze”.
Al momento neanche i due legali hanno avuto modo di parlare con il minore, che si trova “in uno stato psicofisico fortemente prostrato – ha aggiunto il difensore – e di certo non in condizione di presenziare all’udienza”. E non sanno quando sarà, di fatto, possibile farlo. “Stiamo monitorando la situazione – ha dichiarato il legale – e ci stiamo muovendo passo passo, dal momento che le indagini sono ancora in una fase iniziale e quindi bisognerà vagliare tutti gli elementi sul campo prima di poter capire come procedere. L’obiettivo principale per noi adesso – ha quindi detto – è tutelare il ragazzo in modo tale da garantirgli un minimo di ripresa”.
Intanto per il 19 novembre prossimo è stata fissata l’udienza per il conferimento dell’incarico al consulente tecnico ed informatico che dovrà effettuare gli accertamenti sul telefono del 17enne che la polizia ha posto sotto sequestro. E non è escluso che anche la difesa del giovane possa optare per la nomina di un consulente di parte.
E proprio dal cellulare del giovane potrebbero arrivare elementi tali da poter chiarire i motivi di quanto accaduto all’alba di giovedì mattina nel parcheggio di via La Louviere, quando Salvatore Postiglione è stato brutalmente accoltellato da una persona a volto coperto, a cui poi è stata data un’identità attraverso il certosino lavoro di indagini messo a punto dagli agenti del commissariato di Foligno e dai colleghi della Squadra mobile di Perugia, prima sotto il coordinamento della Procura di Spoleto e successivamente, per competenza, da quella dei minori di Perugia. Anche attraverso il prezioso aiuto dei sistemi di videosorveglianza privati e pubblici presenti nel luogo in cui è avvenuto il delitto e nel resto della città, grazie ai quali è stato possibile ricostruire il tragitto fatto dal 17enne a bordo di un monopattino per allontanarsi dal luogo dell’omicidio. Poi, com’è ormai noto, il colpo più pesante: il ritrovamento nell’abitazione del giovane degli abiti indossati quella mattina e delle scarpe ancora sporche di sangue.
Si continua, invece, ad indagare sull’arma, non ancora rinvenuta, ma soprattutto – come detto – sul movente. Inizialmente l’ipotesi era quella di un delitto maturato in ambito lavorativo, ma dalle indiscrezioni emerse nelle ultime ore e riportate dalla stampa locale l’aggressione potrebbe essere legata a questioni personali tra i due.