Centoventidue aerogeneratori. È la quota raggiunta dai progetti per la costruzione di impianti eolici industriali nell’Appennino umbro-marchigiano. Territorio recentemente interessato da un ulteriore progetto, denominato “Energia per la comunanza” e presentato da Fred. Olsen Renewables Italy nelle aree dei comuni di Pieve Torina, Monte Cavallo e Serravalle di Chienti. Seppur la regione di riferimento siano le Marche, le 16 turbine da 200 metri di altezza dovrebbero sorgere attorno all’altopiano di Colfiorito. Complessivamente, dunque, il versante appenninico marchigiano arriverà a quota 46 aerogeneratori, che sommati ai 76 che riguardano l’Umbria, porterebbero come detto ad un totale di 122 turbine tra le province di Perugia, Ancona e Macerata.
Nel dettaglio, infatti, sul versante della montagna folignate tra i progetti presentati si annoverano “Monte Burano”, proposto da Rwe Renewables nelle frazioni folignati di Seggio, Afrile, Fondi e Cariè per dieci aerogeneratori di 200 metri di altezza che possono di esprimere fino a 72 megawatt di potenza; e “Fondi Collecroce” di Energia Ecosostenibile Srl: in questo caso con una capacità di produzione energetica di 60 megawatt, generata da altri dieci aerogeneratori, sempre di 200 metri. Quest’ultimo impianto interessa parzialmente la stessa zona del “Monte Burano”. Ad aggiungersi, poi, anche quello presentato da Lucky Wind Spa che prevede 12 turbine, tali da generare 50,4 megawatt complessivi, per le aree di Foligno, Trevi e Sellano; il “Monte Busseto” proposto da Fri-el sui territori di Nocera e Valtopina ma che andrebbe a toccare in parte anche Poggio Liè. E ancora, il progetto denominato “Area Macerata 1” e, infine, il progetto “Energia della Valle”, sempre della Fred. Olsen Renewables Italy, costituito da altre sette turbine di 206 metri per 29,4 megawatt di potenza.
Oltre alla mole dei numeri espressi dalla documentazione progettuale, a preoccupare le comunità che vivono nei territori interessati dai progetti e non solo, sono anche le modalità che si renderanno necessarie per eventualmente costruire gli impianti. Timori come quelli generati, ad esempio, dal “Report dei trasporti” che proprio la Fred. Olsen Renewables Italy ha redatto per il progetto “Energia della Valle”, attualmente in fase di valutazione impatto ambientale in Regione. Leggendo il documento, infatti, vengono spiegate le modalità con cui le turbine e le loro componenti, provenienti dal porto di Ravenna, dovranno essere spostate fino al sito dell’impianto. Secondo quanto si apprende dal “Road Survey”, elaborato da Ten Project Srl su richiesta dell’azienda norvegese, queste enormi strutture, tra cui lame dalla lunghezza di 80 metri, dovranno essere spostate per mezzo di trasporti eccezionali e di importanti modifiche alla viabilità. Il fattore a causare maggiore perplessità, in questa cornice, è quello che riguarda il passaggio attraverso la zona archeologica di Plestia, sottoposta a decreto di vincolo archeologico, che sarebbe previsto davanti alla Basilica, per poi proseguire lungo la strada provinciale 96 nella piana di Colfiorito e raggiungere la Valle Vaccagna e, quindi, la piana di Collecroce. Il rischio reale è che venga messa a repentaglio la viabilità della montagna e tutte quelle testimonianze storiche di cui è ricco il territorio interessato, che rischiano di essere compromesse.