“Mia figlia meritava di più”. È in soldoni questo il sunto di un lungo video pubblicato, negli scorsi giorni, dalla mamma di una neo diplomata di Foligno, al liceo classico “Frezzi”. Un filmato caricato sui social e nel quale la donna lamentava il voto finale alla Maturità, al termine di un percorso scolastico che sua figlia avrebbe svolto in maniera eccellente. Così, dalla commissione esaminatrice ad alcuni professori avuti nel corso del tempo, la mamma-social ha dato libero sfogo ai suoi pensieri, annunciando inoltre che “mia figlia non verrà più a trovarvi”. Il video, che ha fatto per diverse ore il giro dei social e degli smartphone, è stato successivamente rimosso. Ma la dirigente scolastica e il collegio dei docenti del “Frezzi” non ne vogliono saperne di passare sopra a quella che viene definita “un’irruzione in modo arrogante e senza alcun titolo nella metodologia, nella didattica, nonché nella discrezionalità docente di alcuni insegnanti, mettendone in dubbio il profilo professionale”. Nel comunicato diffuso dal Frezzi, la dirigente Maria Marinangeli e il collegio dei docenti, puntualizzando alcuni concetti, restano fermi nella convinzione che “la Commissione esaminatrice abbia operato secondo conformità e correttezza”. Nelle puntualizzazioni, dal “Frezzi” partono dal mancato 10 in italiano, “imputato all’insegnante che considererebbe 9 quale massimo voto attribuibile impedendo, si evince da quanto sostenuto, il riconoscimento dell’eccellenza. Cosa ancora più grave ci sembra lo sconfinamento inaccettabile nel piano di lavoro del docente, come appare evidente nell’accenno alla ‘poesia semplicemente nominata’ dall’insegnante ed invece presentata nel programma, che lascia aperto il varco a speculazioni e considerazioni personali, opinabili ed anche denigratorie della professionalità docente. A tale proposito è doveroso sottolineare quanto segue: nel video si sostiene che l’alunna avesse, nel precedente anno scolastico, il massimo del punteggio previsto dalla scala numerica docimologica e cioè il voto 10. Ciò non corrisponde al vero, poiché dalla consultazione degli atti risulta che, anche nel precedente anno scolastico, l’alunna aveva conseguito il voto 9 nella disciplina di Italiano”.
Poi, il comunicato prosegue così, replicando punto su punto: “Inverosimile l’accenno a quegli alunni che hanno ricevuto dalla commissione i punti di bonus e che, invece, ‘non sanno tradurre il latino’, ‘si sono fatti passare tutto durante la seconda prova’ ed ‘hanno balbettato’ alla prova orale. Ricusiamo in modo netto, determinato ed inequivocabile questo giudizio superficiale e, in ultima analisi, irrispettoso dell’operato della Commissione e della dignità personale degli studenti. Quanto espresso nel video conforta, in modo scorretto, congetture e conclusioni che non sono suffragate da alcun riscontro. Si precisa che, rispetto a quanto si sostiene nel video, e cioè che alla prova orale la studentessa abbia conseguito il massimo della valutazione, e cioè 20, anche ciò non corrisponde alla verità.
Riguardo all’ottima affermazione dell’alunna al Premio Leopardi per le Scuole Superiori, a parere del genitore disconosciuta dal nostro Istituto, che non ne avrebbe fatto menzione nei suoi canali social, si precisa che la ragazza non è risultata tra i tre vincitori, ma che ha ricevuto un attestato di partecipazione da parte del comitato di valutazione del Centro Nazionale di Studi Leopardiani. Quanto al fatto che la nostra Scuola non abbia riconosciuto l’eccellenza dell’alunna, prima in Umbria a livello di critica leopardiana, facciamo presente che gli alunni umbri partecipanti all’iniziativa erano soltanto in due e nessuno dei due è andato oltre il punteggio di 8/10.
Inaccettabile poi l’allusione alla politicizzazione di alcuni insegnanti ‘che credono di sapere tutto’ e che prenderebbero parte agli Esami ‘per ostentare la loro cultura’. Riteniamo, viceversa, che nella nostra scuola sia rispettata non solo la pluralità dei punti di vista, ma la deontologia in base alla quale l’esposizione, la comunicazione ed il dialogo precedono ed alimentano il confronto, anche fatte salve quelle convinzioni personali che mai oltrepassano il limite al di là del quale si adempie e si realizza il nostro servizio allo Stato e all’educazione. La tradizione della nostra Scuola è consuetudine di accoglienza, formazione di pensiero, presidio di equità, nell’impegno continuo finalizzato unicamente alla crescita umana e culturale degli alunni che ci scelgono e continueranno a sceglierci.
Nel video si sostiene che noi giudichiamo e non educhiamo e che questa negazione del valore educativo deve essere condizione sufficiente ad orientare gli alunni, in uscita dalla Scuola Media, verso altri Istituti. Un richiamo, discutibile ed arbitrario, che, per quanto dettato da insoddisfazione e delusione, respingiamo con fermezza: noi siamo stati, siamo e continueremo ad essere una solida realtà formativa e culturale, non certo infallibile ma di sicuro consapevole e cosciente del proprio impegno con i ragazzi e per i ragazzi e molto fiera ed orgogliosa di interpretare la nostra più profonda tradizione di civiltà. Riteniamo ristretto ed improprio ricorrere ad una sorta di contro-orientamento che diffama ed oltraggia tutte quelle componenti che, nella nostra scuola, si adoperano con impegno ed entusiasmo affinché il Liceo ‘Frezzi’ sia scuola del presente e del futuro”.