“Siamo feriti come comunità per questo sacrilegio compiuto”. Lo ha detto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Riccardo Boccardo, celebrando la messa di riparazione dopo il furto di ostie consacrate e di alcuni vasi sacri dalla chiesa del monastero agostiniano di Santa Margherita a Bevagna, avvenuto il 25 ottobre scorso e sul quale stanno indagando i carabinieri.
In occasione della solennità di tutti i Santi, monsignor Boccardo ha officiato la celebrazione eucaristica delle 8 insieme a don Giovanni Cocianga, Pievano, don Melchior Erram, cpps, e don Luciano Avenati. Molti i fedeli presenti, giunti anche da fuori Bevagna, perché quanto successo “è un gesto che lascia smarriti, increduli, tristi”, ha detto don Giovanni. “Da questa ferita – ha proseguito – nasce la nostra risposta: non il silenzio dell’indifferenza, ma il silenzio dell’adorazione. Non la rabbia, ma la preghiera: Signore perdonali perché non sanno quello che fanno. Non il gusto per le feste pagane, ma il ritorno al centro della nostra vita, Cristo il Pane vivo disceso dal cielo”.
“Siamo profondamenti grati – ha detto ancora il Pievano della Pievania della Madonna della Valle – di accogliere tra noi il nostro arcivescovo. In questi giorni ha vissuto momenti storici e intensi, come la riapertura della Basilica di San Benedetto a Norcia. Eppure, nonostante la fatica, è qui con noi alle prime ore del mattino. Attraverso la sua presenza sentiamo tutta la Chiesa diocesana accanto a noi come madre che consola, che abbraccia, che non ci lascia soli. Grazie, Eccellenza, per essere per noi padre che condivide la ferita dei suoi figli”.
“Questo attentato al mistero dell’Eucaristia tocca nel profondo la vita cristiana – ha detto l’arcivescovo di Spoleto Norcia nella sua omelia -: la presenza di Gesù nel pane eucaristico è il tesoro più prezioso che abbiamo. Siamo qui per riparare, per concentrare la nostra attenzione sull’Eucaristia, consapevoli che senza di Lui non possiamo fare nulla. Questa celebrazione sia occasione per un rinnovato impegno a vivere la Messa della domenica come una tappa importante”.
Sul possibile collegamento con Halloween e il mistero dell’occulto mons. Boccardo è stato chiaro: «Stiamo, purtroppo, perdendo le nostre radici. Ci fa paura vedere famiglie che mascherano i bambini da scheletri. Stiamo cadendo nel mistero dell’occulto. Far divertire i bambini con maschere, corna e zucche non è un gioco, siamo tutti chiamati ad essere seri e responsabili. Noi cristiani, certo, non possiamo impedire le cose, possiamo e dobbiamo essere testimoni della nostra fede, parlare con serenità anche della morte vinta dal Signore con la resurrezione. Non facciamoci abbindolare dalla moda corrente e dalle sceneggiate di questi giorni. Annunciamo con forza che l’amore di Dio è più forte e che la morte non ha l’ultima parola. Ciò che è successo a Bevagna – ha quindi concluso – è un attentato alla fede dei cristiani: sia questa l’occasione propizia per rafforzare la nostra vita. E dietro a questo gesto sacrilego il Signore ci dice: ho bisogno di te per essere ancora presente nel mondo di oggi”.























