La Rsu del Comune Foligno boccia quello che definisce “un piano elaborato ‘a porte chiuse’, senza il contributo ed il confronto con i lavoratori”. Il riferimento è a quella che annunciano essere una imminente riorganizzazione degli uffici comunali nella città della Quintana, sottolineando la necessità di un confronto preliminare con palazzo Orfini-Podestà rispetto alla nuova pianificazione interna.
Tra le criticità sottolineate “sovrapposizioni di funzioni tra uffici” ma anche “un’eccessiva frammentazione delle responsabilità”. Problemi, questi, che causerebbero “ritardi e difficoltà quotidiane in servizi essenziali”. Tra quelli citati l’anagrafe “dove la forte mancanza di organico, unita alla scelta di mantenere un accesso libero preponderante, genera lunghe code”, così come i servizi educativi e lo sportello del cittadino “nei quali anche una semplice sostituzione temporanea del personale – specificano – causa problemi”.
Tutto questo, sottolineano, a fronte di “fondi statali che restano inutilizzati perché non si riesce ad assumere personale con contratto a termine, e allo stesso tempo lavoratori precari da anni, che rischiano di non giungere ad una stabilizzazione”. Per la Rsu, inoltre, è “essenziale che la riorganizzazione non metta al primo posto l’adeguamento della struttura alla distribuzione delle deleghe agli assessori, modellando poi l’organizzazione senza una reale valutazione delle esigenze tecniche, perché questo rischierebbe di renderla poco funzionale e inefficiente”.
Questa non è la prima richiesta di analisi condivisa rispetto alla pianificazione fatta dalla Rsu, che già in passato aveva messo sul tavolo della giunta Zuccarini l’istanza, a cui però “l’amministrazione ha risposto che la presentazione del piano avverrà solo al momento della sua stesura definitiva”.
Proprio per questo “i lavoratori hanno dato mandato alla Rsu di insistere per un confronto preventivo”, che la Rsu considera necessario “perché un piano elaborato a porte chiuse, senza il contributo e il confronto con i lavoratori rischia solo di incrinare il funzionamento della macchina amministrativa a danno dell’intera collettività”. Ciò per il sindacato non corrisponderebbe a “mettere un freno, – concludono – quanto a dare direzione, senso e forza ad un cambiamento necessario che vogliamo costruire insieme”.























