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Niente pioggia e fiumi a secco, Bonificazione Umbra: “Situazione critica per l’irrigazione”

Pubblicato il 13 Febbraio 2022 07:49 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:18

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Un inverno senza piogge. È quello con cui sta facendo i conti il Cuore verde d’Italia, che vede a rischio l’irrigazione. A manifestare grande preoccupazione per le disponibilità idriche è il Consorzio di Bonificazione Umbra, che denuncia la scarsità di acqua, “indispensabile – spiegano – per riempire i bacini necessari a soddisfare le esigenze irrigue del periodo primaverile-estivo”. “I corsi d’acqua sono tutti in sofferenza – dichiarano dall’Ente guidato da Paolo Montioni – con le portate in progressivo calo”. Criticità, questa, che interessa tanto gli impianti irrigui a pioggia (distretto Valle di Spoleto, distretto in destra fiume Topino nel Comune di Foligno e distretto piana di Trevi e Montefalco nei Comuni di Trevi, Montefalco e Castel Ritaldi), quanto quelli a scorrimento (distretto in sinistra fiume Topino, distretto Bordoni, distretto Rioveggiano e Canale Formella in Comune di Foligno), “che – proseguono dal Consorzio – ricevono acqua di superficie che deriva dalla diga di Arezzo e dai fiumi Menotre, Topino e Clitunno”. Entrando nel dettaglio di quella che è la situazione attuale, la diga sul torrente Marroggia, in località Arezzo di Spoleto, ad oggi registra una quota di invaso di 397,35 su un totale di 405,50, che si traduce in un volume disponibile per l’irrigazione pari al 36,35%. Da qui, la richiesta urgente del presidente Montioni, di attivare “dei tavoli di concertazione per identificare, nel rispetto delle priorità normative, le necessarie compatibilità fra i molteplici interessi gravanti sulla risorsa acqua”. Entrando nello specifico, “l’impianto irriguo del consortile – spiega il direttore del Consorzio, Candia Marcucci – coinvolge circa 3.500 ettari di terreno e 2.200 utenze e a fronte del ripetersi sempre più frequente di fasi di scarsità idrica, il Consorzio sta operando per rendere gli impianti più efficienti, ridurre le perdite e incentivare il risparmio dell’acqua irrigua”. Secondo quanto riferito dalla stessa Marcucci, si tratta di “interventi strutturali, in grado di fornire risposte di lungo periodo, per uscire dalla logica emergenziale e aumentare la resilienza complessiva del nostro territorio alle conseguenze dei cambiamenti climatici ed alle ricorrenti siccità”. Intanto il monitoraggio del Consorzio sui distretti irrigui va avanti, anche in vista delle prime semine primaverili. “Questo – concludono – per predisporre modalità distributive efficaci ed anticipare le soluzioni per eventuali criticità localizzate di scarsità idrica”.

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