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Il 25 aprile a Foligno, Zuccarini: “Mai dare per scontate libertà e democrazia”

Pubblicato il 25 Aprile 2023 12:31 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:01

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Alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, delle associazioni combattentistiche e d’armi e di tanti cittadini si sono rinnovate anche quest’anno, a Foligno, le celebrazioni per il 25 aprile, a 78 anni dalla liberazione dell’Italia dal nazifascismo. A fare da sfondo alla cerimonia piazza della Repubblica, tappa finale di un programma che ha visto le istituzioni cittadine far visita e deporre corone d’alloro al Sacrario di Cancelli, nella cappella votiva del santuario della Madonna del Pianto in via Garibaldi, al cimitero di guerra a Rivotorto di Assisi e ai piedi delle due lapidi presenti in piazza della Repubblica e sulla facciata della cattedrale di San Feliciano. Momenti scanditi dalle note della Filarmonica di Belfiore e accompagnati dal picchetto d’onore del Centro di selezione e reclutamento nazionale dell’Esercito. 

Poi, è stata la volta degli interventi delle istituzioni folignati, a cominciare da quello del presidente del consiglio comunale. “Festeggiare questo giorno – ha detto Lorenzo Schiarea a nome della massima assise cittadina – significa celebrare il ritorno alla libertà e alla democrazia dopo 20 anni di dittatura, di privazioni, di oppressione e persecuzioni. Dobbiamo quindi riflettere sulla lezione che il 25 aprile ci ha insegnato – ha aggiunto -: la libertà e la democrazia non sono mai garantite e dobbiamo essere sempre vigili per proteggerle”. Dal presidente Schiarea, dunque, l’invito a “fare memoria della lotta, della resistenza e di quelle pagine decisive della nostra storia, di coloro che con coraggio vi ebbero parte” per “ribadire valori di pace, giustizia e di coesione sociale che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al nostro tricolore”. “Il nostro popolo, unito attorno a valori morali e civili di portata universale – ha quindi aggiunto -, ha saputo costruire il nostro futuro con spirito di sacrificio, grande coraggio, senso di appartenenza ma anche con estrema fiducia nel futuro e nei propri ideali, superando ostacoli che sembravano insormontabili. Questo coraggio e questa fiducia devono accompagnarci sempre – ha quindi concluso – anche oggi e nel nostro futuro”. 

Ad intervenire anche il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, che ha parlato di “giornata simbolo della libertà, della riconquista della democrazia” per “mantenere sempre viva la memoria della lotta al nazifascismo”. Nel suo discorso, poi, ringraziando la Filarmonica di Belfiore, il primo cittadino ha dichiarato come “a conclusione della cerimonia anche questa volta eseguirà per tutti noi l’Inno d’Italia, unico inno che rappresenta a pieno titolo tutti gli italiani, come la bandiera tricolore ne identifica l’unico vessillo”. Ma la storia, dopo un anno, si è ripetuta. E così, dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli, la piazza è tornata a cantare – come avvenuto anche nel 2022 – “Bella ciao”. A risuonare sono state così le voci di tanti cittadini che hanno intonato il celebre canto popolare dedicato alla Resistenza.

Tornando all’intervento di Stefano Zuccarini, il sindaco ha sottolineato come il 25 aprile sia “la festa di tutti, la festa di chi ama da sempre e comunque la libertà e la democrazia. Parole – ha proseguito – che non possiamo e non dobbiamo mai dare per scontate, che addirittura tornano ad essere minacciate da conflitti internazionali. Proprio per questo i valori universali di rinascita, di riconciliazione che, ci guidarono a guerra conclusa verso la ricostruzione, erano e restano sempre attuali”. Il primo cittadino, con riferimento alla visita al cimitero di guerra di Rivotorto, ha quindi parlato di “doveroso omaggio ai 940 caduti per la nostra libertà, per tenere vivo il ricordo e l’omaggio di tanti giovani che nel fiore della loro vita raggiunti e giunti in Italia da paesi lontani, persino da oltreoceano, a combattere e morire per una guerra che non era la loro, ma per l’Italia e per tutti gli italiani, per la pace e la libertà. Tutti noi non dimentichiamo e abbiamo un debito inestinguibile di gratitudine per chi venne a sacrificarsi per la nostra patria, senza di loro anche il sacrificio di tanti italiani sarebbe risultato vano. E dobbiamo ricordare – ha aggiunto – il ruolo della chiesa così come l’impegno del mondo cattolico e i giovani ebrei della brigata ebraica arrivati in Italia dai ghetti di tutta Europa che lottarono con estremo sacrificio per la nostra libertà. Tanti italiani, tante fedi e culture diverse si unirono per riconquistare un futuro di democrazia per il nostro Paese, per liberarlo dalla dittatura e da un futuro di nuove dittature. Le stesse brigate partigiane, come la storia ci insegna, sono composte da molteplici e persino opposti orientamenti politici: erano cattolici, comunisti così come monarchici e repubblicani, socialisti, liberali e tutti insieme si batterono a fianco degli alleati. Un tributo deve essere reso anche alle forze armate italiane che, attraverso i gruppi di combattimento, diedero la vita e vita al corpo di liberazione italiana. Ecco come di fronte al dramma comune tutti e ciascuno per la propria parte seppero scrivere una pagina fondamentale della nostra storia, dalla quale è nata la Costituzione della Repubblica italiana a fare da garanzia alla nostra democrazia e libertà. A tutti loro – ha concluso Zuccarini – va il nostro commosso ricordo così come la nostra eterna gratitudine”. 

Infine, le parole di don Simone Marchi, presente in piazza in rappresentanza del vescovo di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. “È un periodo particolarmente importante per festeggiare la liberazione, perché è il tempo di Pasqua, nel quale festeggiamo il periodo più sacro di tutto l’anno, in cui si ricorda la liberazione. Una liberazione frutto del sacrificio supremo di Dio, che noi ricordiamo quotidianamente in qualsiasi celebrazione. Questo – ha detto in chiusura il sacerdote – ci ricorda che la liberazione è sempre frutto di un sacrificio e che la libertà, uno dei segni distintivi di ogni uomo e soprattutto di ogni cristiano, è difesa e mantenuta dal sacrificio costante e dalla dedizione anche nel quotidiano, nell’ordinario”. 

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