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Federconsumatori si oppone alla chiusura delle medie in Umbria: “La scuola si fa a scuola”

Pubblicato il 23 Novembre 2020 17:24 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:05

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Federconsumatori dice no alla chiusura delle scuole medie in Umbria. “La scuola è una priorità e il danno provocato dallo stop delle lezioni in presenza significa disastro sociale”: così l’associazione di categoria che, senza mezzi termini, si rivolge direttamente alla presidente della Regione, Donatella Tesei. Al centro della polemica, la proroga delle chiusure delle scuole medie regionali “nonostante le diverse indicazioni dal governo nazionale – scrive Federconsumatori in una nota – e del personale scolastico”. L’associazione ha le idee chiare e ritiene che un allungamento dei tempi di chiusura possa avere “ripercussioni molto pesanti, non solo sui ragazzi, ma anche sulle famiglie, vista la quasi totale mancanza di strumenti di copertura per lavoratori che devono gestire i figli a casa”.

Contestualmente, Federconsumatori chiede di rendere pubbliche le evidenze epidemiologiche specifiche, i dati cioè relativi all’incidenza della chiusura delle scuole sull’andamento del contagio, che “hanno condotto ad un provvedimento così pesante per ragazzi e famiglie”. E contro l’ipotesi di una riapertura il 4 gennaio prossimo, l’associazione auspica una forte mobilitazione di studenti, genitori e personale scolastico, con un appuntamento sotto la sede del Consiglio regionale dell’Umbria al motto “la scuola sia fa a scuola”.

A fare eco alla protesta di Federconsumatori, quella mossa anche da circa 300 genitori di studenti umbri, tra cui molti proprio delle scuole medie. La loro è un’istanza, fatta recapitare sempre alla governatrice del Cuore verde d’Italia, con la quale si chiede l’immediata ripresa delle lezioni in presenza nelle secondarie di primo grado. “La dad – secondo loro – non costituisce scuola e nuoce agli studenti, ingiustamente ed illegittimamente discriminati, quelli delle medie, rispetto alla gran parte dei compagni italiani”. Ingiustamente perché, parole loro, la normativa nazionale è chiara nel prevedere la didattica in presenza alle tre classi delle scuole medie nelle zone arancioni.

Sulla scia di Federconsumatori, anche i genitori umbri che hanno sottoscritto la lettera in esame sottolineano l’importanza della scuola in termini di socializzazione e di crescita psicologica. “Il diritto all’istruzione – scrivono – non può essere ridotto alla mera trasmissione dei saperi tramite uno strumento digitale”. Aule aperte: chiedono insomma questo i genitori, evidenziando la sicurezza delle strutture scolastiche e promettendo, in caso di mancata riapertura, l’appello all’autorità giurisdizionale.

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