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Fils, la maggioranza boccia la mozione urgente dell’opposizione

Pubblicato il 3 Novembre 2014 19:11 - Modificato il 6 Settembre 2023 01:53

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Continua a tenere banco nelle sale del palazzo comunale di Foligno la questione della Fils, la partecipata del Comune che opera nel settore delle manutenzioni. Sul tavolo, ancora una volta, la situazione debitoria in cui versa l’azienda, rispetto alla quale nei mesi scorsi il collegio sindacale si era espresso negativamente bocciandone il bilancio. Un parere negativo che aveva fatto sì che dalla stessa amministrazione comunale arrivasse la richiesta di redigere un piano industriale pluriennale ad hoc per permetterne il rilancio. Al suo interno la necessità – ribadita anche in sede di consiglio comunale dall’amministratore unico della Fils, Stefano Mattioli – di un’iniezione di liquidità, che potrebbe arrivare da tre diversi canali: la vendita dell’immobile di via IV Novembre, la concessione di un prestito oneroso o un aumento di capitale. Oltre ad una ristrutturazione organizzativa volta ad una riduzione dei costi fissi, agendo sull’assetto occupazionale. Un piano che si è scontrato però con le posizioni della minoranza, che è tornata a chiedere una convocazione urgente del consesso. L’incontro, tenutosi lunedì pomeriggio nella sala consiliare del palazzo comunale, si è aperto con la presentazione di una mozione urgente a firma dei gruppi di opposizione di Impegno civile, Forza Italia, Sel, Movimento 5 stelle, Obietivo comune ed Amoni sindaco. Nero su bianco le richieste dei sei partiti, a cominciare da un’assunzione di responsabilità politica delle scelte operate dalle amministrazioni che si sono susseguite negli anni. Ma non solo. Da parte delle forze di minoranza anche la richiesta di una gestione discontinua rispetto al passato, con l’individuazione di un amministratore unico con comprovate capacità ed esperienze, in grado di superare l’attuale momento di grave difficoltà economico-finanziaria; una ricognizione puntuale dei servizi necessari da affidare alla società; un’analisi rigorosa degli organici di tutte le partecipate del Comune, tale da valutare la possibile mobilità al fine di tutelare i livelli occupazionali. E ancora, un compenso misto da riconoscere all’amministratore unico, determinato per il 50 per cento da una quota fissa e per la parte restante da un’indennità legata ai risultati raggiunti; l’individuazione di un organo di controllo mediante estrazione; ed infine la richiesta di un’attività di monitoraggio in capo alla commissione Controllo e garanzia per valutare trimestralmente il processo di risanamento. Un documento in sette punti che è stato però rigettato dalla maggioranza, al termine di una lunga discussione che ha visto intervenire esponenti delle due fazioni, oltre allo stesso amministratore unico della Fils, Stefano Mattioli, e all’assessore comunale con delega alle Partecipate, Elia Sigismondi. Come detto, quindi, nulla da fare per le istanze dell’opposizione. Sette, infatti, i voti a favore del documento contro i quindici no espressi dai consiglieri del Pd e dall’esponente dei Socialisti e riformisti.  

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