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Tagli alla Provincia: i dipendenti occupano il consiglio provinciale

Pubblicato il 19 Dicembre 2014 17:32 - Modificato il 6 Settembre 2023 01:23

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“Assicurate funzioni e coperture economiche”. Questo l’appello lanciato al Parlamento dal presidente della Provincia di Perugia Nando Mismetti durante il sit-in di venerdì 19 dicembre del personale della Provincia, che prima ha occupato la sala del consiglio provinciale e poi si è diretto verso i palazzi della Regione e della prefettura. La protesta contro l’emendamento alla legge di stabilità introdotto dal Governo che prevede una riduzione del personale dell’ente del 50% e che proprio in queste ore sarà votato dal Parlamento. “Se il Parlamento non metterà in atto interventi legislativi che definiscano in maniera chiara funzioni e coperture finanziarie – ha dichiarato il presidente – salterà l’intero sistema in quanto avrà conseguenze gravi anche su Regione e Comuni”. Dello stesso avviso anche la Rsu della Provincia di Perugia che ha sottolineato come la riduzione dell’organico dell’ente comprometterà la manutenzione di strade, scuole e ambiente. Sulla questione si è espressa anche la presidente della Regione Catiuscia Marini, che ha sottolineato come il riordino degli enti provinciali non sia una cosa gestibile in una settimana “ma che necessita di un tempo congruo che permetta di gestire al meglio il tutto tenendo conto anche degli altri enti”, annunciando la previsione di tagli da 4 miliardi di euro anche per la Regione Umbria. Una delegazione di dipendenti della Provincia è stata ricevuta anche dal capo di gabinetto della prefettura di Perugia, Salvatore Grillo, che non ha nascosto la sua preoccupazione augurandosi che intervengano, in tempi rapidi, modifiche a quanto sembra delinearsi. Le Rsu e le organizzazzioni sindacali – insieme ai lavoratori riuniti in assemblea dopo gli incontri in Regione e in prefettura – hanno deciso di occupare in maniera permanente la sala del consiglio provinciale, almeno fino alla serata di venerdì, nell’ambito di una protesta che sta coinvolgendo tutte le province italiane e che “proseguirà fino a quando – sottolineano i sindacati – non avremo chiarimenti indispensabili per affrontare il futuro con serenità”.

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