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Lavoro e meccanica fine, Renato Cesca: “Ripartiamo dalle famiglie”

Pubblicato il 5 Marzo 2015 15:38 - Modificato il 6 Settembre 2023 00:46

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Il futuro lavorativo dei ragazzi parte dalle loro famiglie. Potrebbe essere riassunto così il pensiero di Renato Cesca, responsabile tecnico-commerciale dell’azienda folignate Ncm e per anni presidente del polo aerospaziale umbro. Insomma, uno che di lavoro ne sa qualcosa. Soprattutto perché da anni la sua azienda è uno dei fiori all’occhiello della meccanica fine di Foligno e dell’Umbria e che nel corso degli anni ha sempre avuto il segno “più” in tema di fatturato e posti di lavoro. Il pensiero di Renato Cesca è arrivato all’interno del convegno “Quale rapporto tra l’uomo ed il lavoro. Da dove ripartire?” organizzato dalla Diocesi di Foligno. “Da dove ripartire? – si è domandato Cesca – sicuramente dalle famiglie, perché sono i genitori che normalmente indirizzano i figli al momento della scelta dell’istituto superiore. Negli anni abbiamo avuto troppe politiche che hanno indirizzato i ragazzi a scegliere i licei. Tutto ciò – ha proseguito Cesca – ha portato ad un abbandono degli studi da parti di molti, andando anche a discapito degli istituti tecnici e professionali”. Sotto certi punti di vista anche la realtà lavorativa di Foligno, ad esempio, vive un paradosso. Le aziende della meccanica fine sarebbero pronte ad incrementare i posti di lavoro ma, vista la penuria di operai specializzati in questo settore, c’è difficoltà nell’assumere. “Bisogna cambiare anche il rapporto con le scuole – afferma Renato Cesca – sarebbe importante aprire un percorso lavorativo con i ragazzi già dal terzo anno di superiori, così come avviene in altri Stati europei”. All’incontro è intervenuto anche il sindaco di Foligno, Nando Mismetti. “Il lavoro è pane, ma è anche dignità della persona e fiducia nel presente e nel futuro – ha spiegato il sindaco – ed in una crisi così profonda manca ancora un progetto che guardi avanti, soprattutto per le nuove generazioni”. Il vescovo di Foligno, Gualtiero Sigismondi, ha ricordato come “la dottrina sociale della Chiesa si pone contro il mercato quando questo diventa incivile, mentre guarda con favore ad un mercato civile che dà lavoro e riduce le disuguaglianze”. Ricca di spunti anche la relazione del professore e sociologo Roberto Segatori: “il lavoro è così importante che ci serve per altre funzioni – ha sottolineato – come la redistribuzione dei redditi. La nostra non è più una società di produttori ma di consumatori, ma se i consumatori non hanno redditi da spendere entra in crisi anche il sistema di produzione”.

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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