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Fascia Olivata Assisi-Spoleto, patto tra istituzioni per le candidature Fao e Unesco

Pubblicato il 10 Aprile 2018 16:27

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La “Fascia Olivata Assisi-Spoleto” è la scommessa che un territorio e una comunità devono fare per valorizzare un patrimonio fatto di agricoltura, tradizione e cultura. Una sfida che si può vincere stando uniti e dando il proprio sostegno ad un progetto che ora è sulle scrivanie dei commissari della Fao per rientrare nel programma Giahs e che mira anche al riconoscimento di patrimonio Unesco. Di questo si è parlato all’auditorium “San Domenico” di Foligno durante il workshop organizzato dal comitato promotore della Fascia Olivata per fare il punto sui risultati raggiunti e sugli obiettivi. Tanti i presenti, amministratori locali, operatori turistici, associazioni di categoria, imprenditori e cittadini: segnale che il progetto Fascia Olivata sta raccogliendo energie preziose per proseguire il suo cammino. Una tappa è già stata raggiunta: l’iscrizione nel Registro nazionale dei Paesaggi storici e rurali del Ministero delle politiche agricole e forestali. Ora in agenda c’è un altro riconoscimento: quello del Programma Giahs della Fao. Il dossier di candidatura è stato accolto e si attende la visita della delegazione prima del pronunciamento finale. Molto è stato fatto, ma altrettanto è da fare. Questo è quanto hanno ribadito Carlo Cambi, noto giornalista e autore televisivo e radiofonico, il sindaco di Trevi, Bernardino Sperandio in qualità di portavoce del comitato promotore (che raccoglie anche i Comuni di Assisi, Spello, Foligno, Campello sul Clitunno e Spoleto) e l’agronomo Andrea Sisti, già presidente dell’Associazione mondiale agronomi. La candidatura, è stato detto, va sostenuta da tutti i soggetti coinvolti, che poi sono gli stessi protagonisti del tessuto sociale che insiste lungo la Fascia. “Vogliamo il riconoscimento della Fao per vedere sancita, definitivamente, una peculiarità di questo territorio, ovvero che la coltivazione dell’ulivo sia fondamentale per mantenere vivo il tessuto sociale di queste terre”, ha detto Cambi. L’olivo è a tutti gli effetti un componente delle famiglie di queste terre, ha un valore affettivo. Ha bisogno di enormi fatiche per essere prodotto al di là dell’eventuale remunerazione della sua coltivazione e nonostante questo è un perno fondamentale della comunità locale. “La Fascia ha caratteristiche uniche di coltivazione e di narrazione. Qui c’è una pratica agronomica che si perpetra da secoli e per questo è indispensabile che coltivatori e produttori siano protagonisti del progetto – ha proseguito Cambi -. Se riusciremo a ricevere il riconoscimento, ci saranno ricadute positive per tutti. A cominciare dal turismo e dalle strutture ricettive. Verranno ritracciati i percorsi lungo i 70 chilometri di collina, sarà valorizzata tutta la produzione di olio e via dicendo”. L’ulivo – è stato spiegato – è diventato a tutti gli effetti la pianta più splendente nel “giardino” della Fascia Olivata che presenta, al suo interno, un patrimonio artistico e storico eccezionale. Cambi, con Sperandio e stesso Sisti, hanno voluto ribadire nei loro interventi, un concetto fondamentale: questo progetto, così come il futuro di questo territorio, non si costruisce senza il principale attore: chi abita, lavora e anima questa terra. Una comunità allargata, quella dei sei Comuni, che diventa distretto e valorizza la sua unicità. “Non perdiamo questo treno, non possiamo essere antimoderni, rivendichiamo la nostra unicità gridando la nostra identità, che è di tutti”, ha detto Cambi. “Sei comuni hanno deciso di mettersi insieme – ha detto Sperandio – un’iniziativa che nasce dal nostro amore per questi territori. Vederli deperire perché non c’è economia, per noi, è inaccettabile”. Sisti, dal canto suo, ha ripercorso le tappe burocratiche e amministrative che negli anni hanno portato alla nascita di progetti di valorizzazione e tutela delle identità territoriali e ha poi rinnovato l’auspicio affinché tutti i soggetti interessati, contribuiscano al sostegno del progetto della Fascia Olivata. Anche per questo l’incontro si è chiuso con l’impegno da parte dei presenti ad un nuovo appuntamento tra un mese per ragionare intorno ad una configurazione associativa della Fascia che porti avanti il progetto.

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