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La sfida al gioco d’azzardo passa attraverso l’arte

Ai Casalini Medievali della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno l'irriverente mostra curata dalla Usl 2. In Umbria sono 10mila i giocatori problematici

Pubblicato il 15 Febbraio 2024 17:20 - Modificato il 15 Febbraio 2024 17:31

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Il disturbo da gioco d’azzardo è un male che affligge tutti gli strati della società e per questo va combattuta. La missione è quella di estirpare una malattia sociale attraverso la sensibilizzazione.

Su questo tema, anche Foligno ospiterà la mostra itinerante “Azzardo, non chiamiamolo gioco”, che che prenderà forma ai Casalini Medievali, gli spazi messi a disposizione dalla Fondazione Carifol, in collaborazione con l’Usl Umbria 2 e il Comune di Foligno.

L’assessore Agostino Cetorelli, presente alla presentazione insieme al sindaco Stefano Zuccarini, alla dottoressa Lucia Coco, responsabile e promotrice del progetto per Usl Umbria 2 e alla dottoressa Monica Sassi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, dopo aver ringraziato per la partecipazione i presenti, ha spiegato l’importanza di un progetto come questo, necessario a combattere una dipendenza che affligge una grande fetta della popolazione: “Conoscendo e studiando il problema, l’amministrazione ha da tempo iniziato ad agire contro un disagio come quello del gioco d’azzardo, la realizzazione di questa mostra rappresenta un ulteriore fondamentale passo di un iter che abbiamo portato avanti e che ci sta a cuore come amministrazione”.

All’intervento dell’assessore è succeduto quello della dottoressa Lucia Coco, principale motore dell’evento in quanto da anni al lavoro contro il disturbo del gioco d’azzardo all’interno dell’Usl Umbria 2.

La dottoressa Coco ha spiegato come questa sia un’opportunità grandissima per sensibilizzare la cittadinanza su un tema che spesso viene eccessivamente banalizzato e marginalizzato, quando invece, ci tiene a sottolineare Coco: “Sono circa 10.000 i giocatori problematici sul territorio umbro, nonostante gli uomini siano in maggioranza, circa 3 per ogni donna, parliamo di un problema trasversale, non solo per quanto riguarda il genere, ma anche l’età, infatti tutte le fasce sono particolarmente colpite da questo problema, la cui entità non può essere trascurata”.

Dalle parole della dottoressa emerge come sull’azzardo le persone sfoghino spesso le loro frustrazioni e che i giovani nella maggior parte dei casi ci entrano a contatto per gioco, ma “di gioco nell’azzardo non c’è nulla – ha puntualizzato Lucia Coco – il nome della mostra vuole sottolineare, attraverso un’ironia piccante, che tutti gli aspetti positivi del primo vengono meno nel secondo, che si riduce ad un puro esercizio adrenalinico nei confronti del caso, non subentra nessun tipo di compentenza in questa attività, che però diventa con una spaventosa semplicità una dipendenza a tutti gli effetti, in moltissimi casi anche senza che i soggetti succubi di tale dipendenza se ne rendano conto, come nel caso dei giovani, che nella stragrande maggioranza dei casi negano di praticare l’azzardo, ammettendo però di scommettere sul calcio e di frequentare le sale scommesse. Risulta quindi necessario educare le nuove generazioni a una cultura che rema contro l’azzardo”.

Importanti e puntuali sono state anche le parole della dottoressa Monica Sassi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno che rimarcato l’orgoglio provato dall’Ente per l’onore di mettere a disposizione di una così nobile iniziativa i propri spazi: “Il nostro non è un contributo in senso stretto, ma un contributo di vicinanza e supporto che assume lo stesso valore”.

Parole a cui sono seguite quelle del sindaco della città di Foligno Stefano Zuccarini, che dopo aver ringraziato i presenti ha voluto sottolineare l’importanza della ricerca delle cause del problema e la conseguente necessità di riflettere su come agire contro questo problema anche in ambito normativo.

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