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Eolico, Zuccarini dice “no” all’impianto “Monte Burano”

Il sindaco di Foligno è intervenuto sul progetto presentato da Rwe al Mase da realizzare tra Seggio e Poggio Liè: "Attiveremo tutte le procedure perché venga dichiarata l'incompatibilità". Presa di posizione anche a Trevi, Andreani: "Le nostre montagne non sono in vendita"

Pubblicato il 17 Luglio 2024 12:05 - Modificato il 18 Luglio 2024 11:38

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“Non siamo aprioristicamente contro l’energia green, anzi la sosteniamo, ma riteniamo che essa debba essere integrata e debba sposarsi con le bellezze del nostro territorio e della nostra montagna”. Con queste parole il sindaco di Foligno rompe il silenzio ed interviene sulla proposta che Rwe Renewables Italia srl ha presentato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per la realizzazione dell’impianto eolico, denominato “Monte Burano”, nella montagna folignate (interessata, di fatto, anche da altri progetti).

Una proposta che aveva già fatto storcere il naso a cittadini e comitati, anche perché negli ultimi tempi si sta assistendo ad un vero e proprio proliferare di proposte simili avanzate al Mase da parte di soggetti privati e tutte concentrate su un territorio abbastanza circoscritto come quello dell’Appennino umbro-marchigiano. Al punto che, non più tardi di tre settimane fa, su invito del comitato “Un’altra idea per l’Appennino” di Nocera Umbra si è anche costituito un Coordinamento interregionale che unisce diversi comitati delle due regioni dell’Italia centrale a difesa degli interessi della montagna.

Il rischio reale, per tanti, è che l’ok alla realizzazione di questa impianti possa determinare la perdita irreparabile di quella ricchezza che i territori montano rappresentano in termini di paesaggio, biodiversità, ambiente, cultura e tradizioni. E che trova d’accordo anche il sindaco Zuccarini. “L’amministrazione comunale di Foligno – dice in un video pubblicato sui social – ritiene assolutamente incompatibile questa installazione con la bellezza dei suoi luoghi”, aggiungendo: “Dieci pale eoliche, di cui alcune alte addirittura 200 metri in questi luoghi per noi sono uno scempio”. Da qui, l’invito a tutte le associazioni del territorio, alle comunanze agrarie e alle comunità montane “a farsi parte attiva in questa richiesta di chiarimenti e in questa battaglia”. Il Comune di Foligno, per voce del primo cittadino, si dice da parte sua ad attivare “tutte le necessarie procedure necessarie, dalle osservazioni all’inchiesta pubblica al Mase, affinché venga chiarito e venga dichiarata l’incompatibilità di questo intervento con la nostra montagna. Attiveremo tutti i canali politici e tecnici che potremo attivare – conclude – affinché si giunga e si ponga fine a questo che noi definiamo uno scempio della nostra montagna”.

Entrando nel merito del progetto “Monte Burano”, l’area in cui dovrebbe sorgere l’impianto, come aveva spiegato solo poche settimane fa sulle colonne della Gazzetta di Foligno dall’avvocato e ambientalista Angelo Velatta, tra i membri della “Coalizione articolo 9”, è quella che va dalla frazione di Seggio a quella di Poggio Liè. Inoltre, come riportato nell’avviso al pubblico redatto dalla stessa società proponente e pubblicato nell’albo pretorio del Comune di Foligno per annunciare la presentazione dell’istanza per l’avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale (Via), l’impianto si compone di 10 aerogeneratori per una potenza complessiva di 72 megawatt, interessando “terreni ad uso prevalentemente agricolo e pascolivo”. Segnalato, poi, come “nel raggio di 5 chilometri dagli aerogeneratori risultano individuabili i seguenti siti della rete Natura 2000 ed aree naturali protette: Col Falcone (Colfiorito); i piani di Annifo-Arvello; i piani di Ricciano; la Selva di Cupigliolo; il Sasso di Pale; il fiume Menotre; la palude di Colfiorito”. “Nell’ambito del presente progetto – si legge ancora nel documento redatto da Rwe – sono stati valutati gli impatti ambientali significativi e negativi, diretti e indiretti, dell’impianto e delle opere di connessione con riferimento a popolazione e salute umana; biodiversità; territorio, suolo, sottosuolo, acqua, aria e clima; beni materiali, patrimonio culturale e paesaggio”. Analisi che, per il soggetto proponente, rende il progetto “sostenibile e compatibile con l’area”, non costituendo “effetti impattanti e deleteri per l’ambiente” ma anzi portano “benessere, opportunità e occupazione”. Cittadini, comitati e ora anche l’amministrazione comunale non sembrano, però, essere d’accordo. E per far sentire la loro voce avranno tempo fino al 3 agosto prossimo, giorno in cui è fissata la scadenza per il deposito di eventuali osservazioni.

Come detto, comunque, l’impianto “Monte Burano” è solo uno dei tanti in fase di valutazione nel territorio che va da Gualdo Tadino a Trevi. E proprio da Trevi, sempre nelle scorse ore, è arrivata un’altra presa di posizione. Con un post sui social, infatti, il vicesindaco Saverio Andreani ha dichiarato: “Faremo tutto ciò che è in nostro potere per dire no all’installazione di pale eoliche sulla dorsale appenninica umbro-marchigiana. Le nostre montagne e il nostro territorio non sono in vendita”.

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