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All’asta reliquie attribuite a Carlo Acutis: scatta la denuncia del vescovo

In vendita i capelli del giovane che a fine aprile sarà canonizzato: arrivate offerte superiori ai 2mila euro. La Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone ha avviato gli accertamenti del caso

Pubblicato il 26 Marzo 2025 17:27 - Modificato il 27 Marzo 2025 15:13

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Se siano vere o false non si sa. Di certo, al momento, c’è solo il fatto che qualcuno, coperto da un nickname, ha messo all’asta dei capelli attribuiti a Carlo Acutis, il giovane beato che il 27 aprile prossimo sarà canonizzato e il cui corpo è oggi custodito nel santuario della Spogliazione di Assisi. Ad accorgersi di quanto avvenuto sul web è stata la Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, con monsignor Domenico Sorrentino che ha subito sporto denuncia. L’esposto, trasmesso alla procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone, ha fatto così scattare gli accertamenti sulle reliquie attribuite al giovane ed in particolare sui capelli, autenticati dalla Postulazione, per i quali è già stato superato il prezzo di 2 mila euro.

“Ne abbiamo chiesto il sequestro” ha spiegato monsignor Sorrentino, per poi aggiungere: “Non sappiamo se le reliquie siano vere o false ma se fosse anche tutto inventato, se ci fosse l’inganno, saremmo in presenza, oltre che di una truffa, anche di una ingiuria al sentimento religioso”. La denuncia, come sottolineato dalla Diocesi, si è concentrata su una reliquia ma sul web ne circolerebbero anche altre attribuite sempre a Carlo Acutis.

“Su internet – ha spiegato il vescovo a questo proposito – c’è un mercatino di reliquie che riguarda vari santi, come il nostro Francesco, con tanto di prezziario. Una cosa impossibile da accettare”. Il presule ha quindi spiegato come il Diritto canonico non ammetta questo commercio: “Le reliquie vengono date attraverso i vescovi gratuitamente. Al massimo si fanno offerte al santuario dal quale provengono. È una prassi che risale ai primi secoli della nostra storia”. Monsignor Sorrentino ha quindi parlato di “grande offesa al sentimento religioso”.

Prima della canonizzazione la famiglia ha donato alla Diocesi di Assisi il corpo dello studente lombardo scomparso a 15 anni per una leucemia fulminante e diventato un modello di vita cristiana per tanti giovani fedeli oltre che una sorta di “patrono di internet”. 

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