In Umbria diminuiscono sempre di più i cani accalappiati. Secondo quanto riportato dalla Regione Umbria, dal 2022 al 2024 gli animali ad essere stati catturati sono calati del 49%, con 1.380 cani accalappiati nel 2022 contro i 689 del 2024. Incoraggiante anche l’analisi del flusso dei cani nelle strutture durante il 2024 che riportano come nei canili sanitari 107 cani siano stati restituiti ai proprietari, 131 adottati da privati, mentre 236 adottati nei canili-rifugio.
“La lotta al randagismo non è solo una questione di benessere animale – ha dichiarato la presidente della Regione Stefania Proietti – ma un pilastro della visione ‘One Health’, che riconosce l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale e che è un elemento strategico del nuovo piano sociosanitario regionale. Ogni cane che trova una famiglia, ogni intervento preventivo che realizziamo, contribuisce alla sicurezza e alla qualità di vita di tutta la comunità umbra. In tal senso, abbiamo provato – ha proseguito – un piano straordinario dedicato alla formazione, alla ristrutturazione dei ricoveri, alle campagne di sterilizzazione e stiamo lavorando alla revisione della normativa regionale in materia di randagismo, che sarà inserita nel nuovo piano sociosanitario, confermando il nostro impegno a lungo termine”.
A spiccare tra le varie iniziative promosse dalla Regione il progetto “RandAgiamo”, sviluppato in collaborazione con il dipartimento di medicina veterinaria dell’Università degli studi di Perugia, che migliora il profilo comportamentale dei cani attraverso percorsi di addestramento e socializzazione, massimizzando le opportunità di adozione. Significativa anche l’implementazione, da parte dell’Ente di palazzo Donini, di “Findog”, il portale web che permette ai cittadini di visualizzare i cani disponibili nei canili umbri e di candidarsi direttamente per l’adozione permettendo di creare un ponte digitale tra cani e futuri padroni.
“Il nostro ospedale veterinario universitario – ha aggiunto Stefania Proietti – gestisce le complessità mediche dei randagi, garantendo cure di alto livello. Siamo inoltre una delle poche regioni in Italia a disporre di un registro dei tumori canini, strumento cruciale per la ricerca scientifica e la prevenzione”.