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Spoleto, Arcs Legacoop sugli asili nido: “Coproduzione e coinvolgimento delle famiglie”

Pubblicato il 14 Ottobre 2015 13:34 - Modificato il 5 Settembre 2023 22:47

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Una decina di giorni fa, il comitato dei genitori “Spoleto per i bambini” aveva consegnato in Comune 910 firme per mantenere pubblici gli asili nido di Villa Redenta e via Martiri della Resistenza. Contestualmente, le famiglie avevano consegnato anche una lettera al sindaco di Spoleto, Fabrizio Cardarelli. Proprio nella missiva rivolta al primo cittadino, i genitori chiedevano il “coinvolgimento dei cittadini per una buona amministrazione della cosa pubblica”. Sulla vicenda è intervenuto Andrea Bernardoni, responsabile dell’area ricerche Legacoopsociali nazionale. Ecco il suo commento: “L’iniziativa del comitato ‘Spoleto per i bambini’ ha avuto il pregio di porre al centro del dibattito pubblico il ruolo dei servizi di welfare e più in particolare degli asili nido. Crediamo che, come hanno sottolineato i coordinatori del comitato, il welfare non rappresenta un costo ma un investimento in grado di creare occupazione e sviluppo economico e che i servizi per l’infanzia sono dei presidi contro le diseguaglianze sociali necessari per garantire pari opportunità educative ai bambini e pari opportunità lavorative alle mamme. I dati Eurostat confermano queste valutazioni ed infatti l’Italia, paese in cui i servizi per l’infanzia sono poco strutturati, è uno tra i paesi europei con il più basso tasso di occupazione per le mamme con bambini con meno di sei anni. In questa prospettiva gli asili nido sono un servizio fondamentale per i bambini, per le famiglie e per la crescita economica. Gli asili sono dei veri e propri beni comuni ed in quanto tali vanno difesi e salvaguardati. La presenza di qualificati servizi per l’infanzia, infatti, produce benefici per tutta la comunità. Il considerare gli asili nido beni comuni tuttavia non significa che questi servizi devono essere gestiti direttamente dagli attori pubblici, ad esempio dal Comune, ma bensì che gli attori pubblici devono garantire l’accesso al servizio alla più ampia fascia di cittadini e devono garantire le famiglie circa gli standard di qualità educativa, ambientale e sociale degli asili stessi. Vi sono numerose esperienze in Italia, molte anche in Umbria, in cui il coinvolgimento delle cooperative sociali nella gestione degli asili nido ha permesso di efficentare la gestione, migliorare la qualità del servizio erogato ed effettuare investimenti nella ristrutturazione degli immobili. In queste esperienze l’asilo nido non viene ‘privatizzato’ ma rimane un servizio in cui il Comune definisce i parametri di accesso e gli standard di qualità e dove i risparmi derivanti dalla razionalizzazione della gestione economica del servizio sono utilizzati per ridurre, o non aumentare, la rette pagate dai cittadini. Crediamo importante innovare i servizi per l’infanzia e puntare con decisione sulla co-produzione, cioè sul coinvolgimento attivo delle famiglie nella gestione degli asili nido ed in questa prospettiva lanciamo la proposta di organizzare a Spoleto, in collaborazione con il Comune, con le cooperative sociali e i cittadini un momento di studio ed approfondimento sulle esperienze più avanzate di co-produzione dei servizi per l’infanzia”.

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