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Spoleto, per la Rocca Albornoziana un restyling da oltre due milioni

Pubblicato il 13 Novembre 2015 12:13 - Modificato il 5 Settembre 2023 22:29

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Ammonta a 2 milioni e 403mila euro la cifra che la Regione Umbria stanzierà per il recupero e la valorizzazione della Rocca Albornoziana di Spoleto. Venerdì mattina la pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale, che dà di fatto il via all’iter che porterà al restyling della fortezza trecentesca. Il progetto prevede – come detto – il recupero e la valorizzazione delle mura esterne, la riqualificazione di una porzione del parco, delle aree archeologiche e dell’impianto di illuminazione esterno. Nel dettaglio, i lavori riguarderanno il restauro e la messa in sicurezza dell’ingente sistema di mura esterne del complesso, il potenziamento dell’illuminazione del parco della rocca e dell’area del Malborghetto, la sistemazione dei percorsi e dell’illuminazione, per una migliore fruizione delle emergenze archeologiche, ed infine la riqualificazione delle facciate delle palazzine della Rocca. Insomma, un articolato piano di interventi che si svilupperà in un arco di tempo di circa 15 mesi a partire dalla data di consegna dei lavori. La scadenza per la presentazione delle domande, invece, è fissata per il prossimo 10 dicembre. “Si tratta di un progetto molto importante – ha dichiarato al riguardo l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Spoleto, Angelo Loretoni –. Vuoi perché ci consente una sistemazione e un miglioramento significativo della complesso della Rocca in termini di fruizione turistica – ha detto – vuoi perché rappresenta, vista la difficile congiuntura economica, un investimento rilevante e quindi una boccata di ossigeno significativa per l’intero territorio”. LA STORIA – La Rocca Albornoziana – lo ricordiamo – è una fortezza che è stata edificata a partire dal 1359 e sorge sul Colle Sant’Elia. Per realizzare il suo progetto, Papa Innocenzo VI mandò in Italia il cardinale spagnolo Egidio Albornoz – da cui la fortezza prende il nome – che affidò a Matteo di Giovannello da Gubbio, detto “il Gattapone”, la direzione dei lavori che si conclusero intorno al 1370. Nel corso degli anni la Rocca è stata la residenza dei governatori della città e con il tempo si è arricchita di decorazioni ed affreschi, molti dei quali andarono perduti quando la struttura venne trasformata in carcere nel 1817. La fortezza continuò ad essere utilizzata come prigione fino al 1982. Il recente restauro consente oggi di visitare il castello, all’interno del quale è ospitato il Museo nazionale del Ducato di Spoleto, la Scuola europea del restauro del libro ed il Laboratorio di diagnostica dei beni culturali.

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