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Da Vallo di Nera parte la sfida alla Rai: “I soldi del canone investiti per migliorare la ricezione”

Pubblicato il 5 Febbraio 2016 15:56 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:35

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Parte da Vallo di Nera la battaglia dei piccoli Comuni montani di tutta Italia. E la sfida è rivolta alla Rai, con la chiara richiesta di migliorare il servizio di ricezione in zone dove, soprattutto dopo il passaggio al digitale terrestre, la televisione si vede con qualche difficoltà oppure non si vede per niente. E’ per questo che secondo il sindaco di Vallo di Nera, Agnese Benedetti, il gettito aggiuntivo del canone Rai dovrà essere reinvestito sul territorio montano e nelle aree interne dell’Italia per potenziare ripetitori e strumenti di trasmissione. Un’azione corale avviata anche da Uncem (Unione dei Comuni e degli Enti montani) per invitare i Comuni montani ad approvare in questi giorni l’ordine del giorno che chiede a RaiWay di migliorare il servizio e al governo e al Parlamento, attraverso Agcom e Corecom, di avviare una completa mappatura del territorio italiano. I dati elaborati da Uncem, grazie a un confronto continuo con i territori, confermano che nelle aree appenniniche e alpine sono cinque milioni le persone che hanno ancora problemi di ricezione. “Non vi è mai stata un’adeguata mappatura nazionale del problema da parte della Rai che nel contratto di servizio deve garantire il segnale al 95% della popolazione – afferma Agnese Benedetti, che poi si domanda – E il restante 5%? Tre milioni di persone senza la parabola e il decoder tvsat non vedrebbero i primi tre canali Rai – prosegue – quattro milioni vedono con il digitale terrestre i primi tre canali Rai ma più niente dopo il settimo”. Nell’8% del Paese sono state le comunità montane, oggi Unioni montane, a installare, a loro spese, ripetitori per servire borghi alpini e appenninici neanche troppo isolati. Almeno 200 i ripetitori gestiti direttamente, in house, in Italia.

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