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Sindrome metabolica, questa sconosciuta

Pubblicato il 6 Luglio 2019 10:46 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:49

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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, negli ultimi 10 anni la nostra società ha subito un aumento esponenziale di questa patologia.

Si parla di Sindrome Metabolica quando si riscontrano in un individuo, di qualsiasi sesso, un insieme di parametri simultaneamente alterati che lo mettono in una situazione di maggior rischio a malattie cardiovascolari.

Ma andiamo a vedere quali sono questi parametri da mantenere nella norma, e soprattutto come possiamo riuscirci effettuando pochi e basilari cambiamenti:

Colesterolo “buono” HDL inferiore a 40 mg/dl nell’uomo o 50 mg/dl nella donna;

Trigliceridi oltre 150 mg/dl o una cura ipolipemizzante in atto;

Glicemia a digiuno superiore a 110 mg/dl o la presenza di una terapia ipoglicemizzante;

Pressione minima superiore a 85 mmHg e/o una massima più alta di 130, oppure essere ipertesi e seguire una terapia contro l’ipertensione;

Misura del giro vita fuori norma: maggiore di 102 cm per gli uomini e 88 cm per le donne.

Ora che conosciamo i parametri a cui fare attenzione non abbiamo più scuse, infatti per vederci piovere addosso una diagnosi di Sindrome Metabolica è sufficiente averne soltanto 3 fuori dal range di normalità.

L’unico modo per riconoscere questa sindrome è quello di sottoporsi ad un controllo ematico che vada a ricercare tali parametri, questo soprattutto per chi ha superato i 50 anni di età in cui il rischio di sviluppare tale problematica è più elevato.

La sindrome metabolica è una patologia subdola in quanto non si manifesta con sintomi specifici, e ad avvalorare tale dinamica è il fatto che la maggior parte delle persone che ne sono affette sono quasi sempre persone che affermano di sentirsi bene.

Motivo per cui occorre prestare attenzione ai fattori di rischio sopraindicati prima che la loro contemporanea presenza possa portare un medico a formulare l’inaspettata diagnosi, infatti non è infrequente riscontrare una simile situazione anche in persone longilinee, che come tali non si considererebbero mai a rischio. 

Le due cause principali che portano alla comparsa della Sindrome Metabolica sono la genetica, quindi una predisposizione familiare, e soprattutto una combinazione di scorretti stili di vita quali, alimentazione squilibrata e scarsa attività fisica, è soprattutto quest’ultima a favorire l’accumulo di grasso addominale, che a sua volta ha un ruolo determinante nel favorire l’insorgenza dei diversi fattori di rischio. Tra questi la resistenza all’insulina fattore scatenante nell’insorgenza non solo di iperglicemia e diabete, ma anche della dislipidemia e dell’ipertensione.

Ma allora quali sono le armi a nostra disposizione per difenderci e prevenire tale situazione?

La prima contromisura da adottare, ed anche la più efficace è quella di cambiare stile di vita, partendo dall’alimentazione e passando da una strada obbligata come quella dell’attività fisica quotidiana.

La prevenzione ed il mantenimento del peso forma, l’attività fisica e la dieta bilanciata sono i nostri migliori alleati contro questa sindrome. 

La quantità di moto raccomandata è pari a 30 minuti al giorno di esercizio aerobico di moderata intensità come la camminata a buon passo, in questo ci aiutano molto i gruppi di cammino che ultimamente sono sempre più presenti nelle nostre città.

Praticare regolarmente attività fisica, oltre a garantire il mantenimento del peso forma, comporta per l’organismo una serie di vantaggi che possono metterci al riparo dalle spiacevoli conseguenze causate dalle malattie cardiovascolari.

Quindi signori e signore, non troviamo più scuse, con un paio di scarpe da ginnastica ed alcune attenzioni a tavola possiamo aumentare la nostra aspettativa di vita e soprattutto viverla camminando insieme a nuovi amici.

 

Rubrica a cura del Dr. Mercuri Leonardo, nutrizionista Andid

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