A poche ore dall’appuntamento in commissione controllo o garanzia sulle spinose questioni che stanno interessando il Centro studi “Città di Foligno”, in programma per giovedì 7 settembre alle 14.30, una nuova preoccupazione si fa strada tra le fila dell’opposizione di centrosinistra. Se ne fa portavoce la consigliera in quota Pd, Rita Barbetti, rendendo noto il contenuto della delibera numero 907 approvata dalla giunta Tesei il 29 settembre scorso. Delibera con cui l’Ente di palazzo Donini ha stabilito l’adesione per il 2022 ad enti e associazioni e, parallelamente, ha dichiarato quali rapporti interrompere.
Ed è proprio quest’ultimo aspetto che preoccupa. Sì, perché delle due realtà citate, una è proprio il Centro Studi folignate. Al punto 2 del documento, infatti si legge che la Regione Umbria ha deliberato “di recedere, nei termini stabiliti dai rispettivi Statuti, dai seguenti rapporti associativi: Centro studi ‘Città di Foligno’ e Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime”. Poche pagine più avanti però, all’interno del documento istruttorio, si legge come la “Direzione regionale Sviluppo economico, agricoltura, lavoro, istruzione, agenda digitale” competente per materia avesse comunque manifestato “interesse a permanere, fatte salve eventuali diverse valutazioni e determinazioni della Giunta regionale in sede collegiale”. Un interesse del quale la giunta Tesei non ha dunque tenuto conto.
“Il Comune ha dimezzato il contributo finanziario per il Centro e ora viene meno anche il contributo della Regione” è stato, quindi, il commento amaro di Rita Barbetti, che ha sottolineato come così facendo “l’associazione viene progressivamente soffocata e ridotta all’inerzia”. Per la consigliera in quota Pd, però, “non si può assistere impotenti al rischio – sottolinea – che la stessa Università di Perugia possa dirottare le sue scelte e le sue potenzialità verso una città più in grado di valorizzarle. Inoltre – ha dichiarato – Foligno ha bisogno, per la sua ulteriore crescita, di quei fondi europei che tante volte sono serviti a finanziare progetti di ogni tipo, non ultimi quelli dei nostri istituti scolastici”. Un riferimento, di fatto, al ruolo svolto dal Centro studi nell’ambito della “progettazione e gestione di iniziative finanziate con fondi strutturali ed europei” oltre ad aver “attivato corsi di laurea triennali, magistrali, master”. Tutte iniziative che, ha concluso Barbetti, hanno permesso alla città di crescere “culturalmente, potendosi fregiare del titolo di sede universitaria, ed economicamente, con l’apertura a studenti fuori sede”.