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I sindacati dicono “no” ai tagli di Enel in Umbria

Pubblicato il 2 Settembre 2014 16:49 - Modificato il 6 Settembre 2023 02:32

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Un no deciso dei sindacati rispetto al processo riorganizzativo della rete elettrica in Umbria promosso da Enel. Filtcem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, hanno detto no alla cancellazione di due zone – Foligno e Terni, – di tre unità operative  – Magione, Spoleto ed Orvieto –  e al distaccamento regionale dell’esercizio di Perugia proposti dall’azienda. Dopo la riunione tenutasi nei giorni scorsi a Foligno, le tre sigle sindacali hanno contestato il progetto di Enel che prevede un taglio di circa il 33% delle zone e delle unità operative a livello nazionale e che in Umbria riguarderà circa il 67% delle zone e circa il 43% delle unità operative. Le segreterie evidenziano come da tale riorganizzazione risulti una maggior penalizzazione per la regione verde d’Italia che da sempre – sottolineano – ha dimostrato di essere fra le migliori come qualità del servizio e risultati ottenuti. Secondo le organizzazioni sindacali, gli interventi organizzativi individuati da Enel punterebbero ad un forte ridimensionamento dell’azienda in Umbria, con il conseguente calo di investimenti e numero di addetti. In base alla riorganizzazione della rete elettrica, evidenziano dalle segreterie, la nuova Zona Umbria oltre alla particolare ampiezza territoriale rispetto ad altre zone del territorio nazionale, raggiunge un numero di clienti di circa 480 mila a differenza di altre zone che vengono confermate con solo 210 mila clienti. Con la scomparsa del distaccamento Esercizio Rete di Perugia e l’accentramento totale di funzioni strategiche e funzionali presso l’Esercizio di Firenze, inoltre, dalla regione Umbria scompare ogni posizione di rilievo e si perdono definitivamente figure con responsabilità e potere decisionale diretto, che rappresentano l’azienda a livello locale e che garantiscono un coordinamento funzionale a livello regionale per meglio gestire il monitoraggio e l’assetto della rete. Le organizzazioni sindacali, in conclusione, sostengono che in Umbria vi siano le condizioni oggettive per il mantenimento di due zone e di uno dei due uffici previsti dalla nuova organizzazione nell’ambito dell’esercizio rete e per tale motivo chiedono massima attenzione e un un intervento urgente da parte delle istituzioni, in primo luogo della Regione Umbria.

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