9.4 C
Foligno
sabato, Aprile 27, 2024
HomeAttualitàFoligno ricorda il 22 novembre 1943

Foligno ricorda il 22 novembre 1943

Pubblicato il 22 Novembre 2014 14:21 - Modificato il 6 Settembre 2023 01:40

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Enrico Rava sul palco del “San Domenico” per un concerto a due con Giovanni Guidi

Il più noto jazzista italiano al mondo sarà a Foligno sabato 27 aprile nell’ambito del “Premio Mario Guidi” promosso dagli Amici della Musica. Domenica appuntamento con Simone Sansonetti e il suo trio, vincitore dell’edizione 2023 del riconoscimento

Primavera medievale, a Bevagna è l’ora dell’arco storico

La disfida è in programma la disfida tra gli arcieri delle quattro Gaite. Fino a domenica un ricco cartellone di appuntamenti, a partire dalla conferenza che vedrà la partecipazione dell'illustre medievista Franco Cardini

“Umbria Factory Off”: tocca alle compagnie teatrali emergenti

Teatro di narrazione per il cartellone multiforme e versatile di “Umbria Factory Off”. Sono due i prossimi spettacoli in programma: “Nuove abitudini per la notte” di Impegnoso-Papapietro a Spello e “Illiberis. Fiaba per un padre mai nato” di Sesti-Contini a Foligno

Era il 22 novembre del 1943 quando su Foligno cadde la prima bomba. Erano le 12.53 e la maggior parte delle famiglie a quell’ora era in casa, stava pranzando. Alla prima bomba ne seguirono altre ed altre ancora. A sganciarle sulla città aerei angloamericanoi partiti da Decimomannu, in Sardegna. Fu una vera e propria strage che provocò oltre un centinaio di morti, feriti e distrusse più del 50 per cento del patrimonio pubblico cittadino. Quello fu il primo di trentasei bombardamenti che colpirono Foligno tra il novembre del ’43 e il giugno del ’44, quando poi la città fu liberata. Da allora sono trascorsi 71 anni, ma la città non dimentica. E così, anche quest’anno l’amministrazione comunale ha voluto celebrare quei tragici eventi con un’iniziativa che ha coinvolto in prima battuta alcune scolaresche della città. Dopo l’omaggio al monumento ai caduti in piazza Don Minzoni, con la deposizione di una corona di alloro alla presenza di rappresentanti del mondo istituzionale civile e militare e delle associazioni combattentistiche, le celebrazioni si sono spostate a palazzo Trinci. La sala Rossa dello storico palazzo folignate ha, infatti, ospitato un incontro dedicato non solo al primo bombardamento sulla città di Foligno, ma anche ai 25 anni dalla caduta del muro di Berlino, ricorsi lo scorso 9 novembre. A ripercorrere la principali tappe della storia italiana e non solo, la professoressa Serena Rondoni, che ha affrontato il tema: “Il difficile ‘900 dei popoli. Storie di conflitti subìti, liberazioni e ricostruzioni: 22 novembre 1943, primo bombardamento di Foligno, 9 novembre 1989, caduta del muro di Berlino”. Ad aprire e moderare i lavori l’assessore con delega alle politiche sociali e iniziative per la pace e la memoria, Maura Franquillo, che nel suo intervento ha sottolineao come “il bombardamento del novembre del ’43 sia stato un evento che ha cambiato la città, facendola diventare ciò che è oggi”. Il passato dunque che costruisce il futuro. Un concetto che è stato ripreso anche dal sindaco Nando Mismetti che, prendendo la parola e rivolgendosi ai giovani presenti in platea, ha spiegato quanto sia “importante conoscere la storia e ricordarla per costruire il futuro, un futuro – ha dichiarato – che continui a promuovere ideali di pace, giustizia e libertà. Seppur colpita – ha proseguito Mismetti – la città di Foligno non si è mai risparmiata. Tutti i cittadini, indipendentemente da ideologie politiche e religiose, sociali e culturali, si sono uniti nella resistenza, hanno combattutto per liberare l’Italia. E per questo nel 1961 la città di Foligno è stata insignita della medaglia d’argento al valore civile. Ecco perché – ha quindi concluso il sindaco – è importante trsmettere questo sapere alle nuove generazioni, per continuare a coltivare gli ideali democratici ed evitare che vengano messi in discussione da fenomeni come la stessa crisi economica che stiamo vivendo”.

Articoli correlati