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Foligno, luci accese e su il sipario: il teatro San Carlo è tornato a splendere

Pubblicato il 25 Aprile 2015 13:13 - Modificato il 6 Settembre 2023 00:20

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“Sento di doverle esprimere pubblicamente la mia immensa gratitudine”. Queste le parole rivolte dal vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, al presidente della Fondazione Cassa di risparmio della città della Quintana, Alberto Cianetti, per l’intervento compiuto al teatro San Carlo, oggetto negli scorsi mesi di alcuni lavori di manutenzione funzionale. Ad accogliere il pubblico un palcoscenico completamente ristrutturato, nuovi tendaggi, un impianto illuminotecnico a led e un golfo mistico più ampio, capace di accogliere un maggior numero di musicisti. “Lavori semplici ma importanti – ha spiegato Michele Pelliccia che ha redatto il progetto – visto che questa struttura lavora molto. È un motore pulsante della città – ha aggiunto – sia da un punto di vista artistico, ma anche spirituale e formativo-educativo”. Insomma il San Carlo, che ha potuto contare sulla preziosa collaborazione tra la Diocesi folignate e la Fondazione Carifo per tornare a risplendere, è oggi un teatro del tutto rinnovato. IL VESCOVO – “I ragazzi di ProTe[M]us meritavano questo regalo, per questo motivo ho bussato alla sua porta” ha detto monsignor Sigismondi, rivolgendosi sempre al presidente Cianetti. “Vorrei dedicare questo spettacolo a lei e a sua moglie – ha quindi concluso – proprio per esprimere in modo semplice il grazie della Diocesi e della città di Foligno per quello che ha fatto e per come l’ha fatto”. Poche parole ma cariche di significato, quelle pronunciate dal vescovo folignate, a cui hanno fatto eco quelle del numero uno di palazzo Cattani. IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE – “Ho fatto solo il mio dovere – ha dichiarato al riguardo – così come ho cercato di farlo in questi anni di presidenza della Fondazione, grazie ovviamente alla fiducia e alla stima che i colleghi del consiglio mi hanno sempre dimostrato. Quando siamo venuti a vedere le condizioni del teatro – ha proseguito – ci siamo resi conto che occorreva intervenire in maniera tempestiva e così è stato, grazie anche alla prontezza mostrata dall’ingegner Pelliccia che si è messo subito a lavoro per redigere il progetto”. Il presidente Cianetti è poi intervenuto su quello che accadrà da qui a qualche giorno. “Mercoledì prossimo – ha quindi annunciato – lascerò la Fondazione dopo 21 anni di presidenza. Non sarà un addio, ma un arrivederci perché sarò sempre vicino all’Ente e so che chi verrà dopo di me saprà fare bene. Ringrazio monsignor Sigismondi – ha aggiunto – per aver voluto anticipare i tempi di inaugurazione del teatro per concedermi questo commiato, che sarà solo istituzionale e non personale”. IL VICESINDACO – Presente sul palco anche l’assessore alla cultura e vicesindaco di Foligno, Rita Barbetti, che ha rivolto il proprio grazie al lavoro svolto in questi anni e per i giovani folignati dalle due anime di ProTe[M]us, Michele Pelliccia e Giacomo Nappini. “A voi va il grande merito di esser riusciti a coinvolgere i ragazzi in progetti che li impegnano e li appasionano, allontanandoli da quei pericolosi vuoti che possono far vivere loro esperienze negative”. LO SPETTACOLO – Dopo gli interventi istituzionali, a calcare la scena sono stati i ragazzi di ProTe[M]us al debutto con lo spettacolo “L’eco della pioggia”. Sul palco 120 giovani tra attori, musicisti, cantanti, ballerini e giocolieri che hanno saputo trascinare ed emozionare il pubblico, non solo spettatore ma parte integrante di una messa in scena fatta di suggestive scenografie e giochi di luci all’insegna del “total white”. A fare da sfondo alla storia di un gruppo di studenti, le atmosfere degli anni Trenta a cui si sono andate ad affiancare con il passare dei minuti quelle di un futuro molto lontano. Il punto di rottura tra l’oggi e il domani si è avuto quando alla quiete ed alla tranquillità inziali si è sostituito un clima di terrore, paura e pregiudizio instaurato da una preside e da insegnanti non proprio umani e a cui i giovani alunni si sono ribellati. L’arma utilizzata è stata quella dell’amore che, come l’acqua – simbolo dell’opera -, è riuscita a rompere gli argini e a lavare via le ferite, concretizzando quel concetto di carità, su cui di fatto verteva l’intera opera. Lo spettacolo verrà ora replicato il 25 aprile (ore 21), il 26 (ore 17 e 21), 1 e 2 maggio (ore 21) e il 3 (ore 21). I biglietti del costo di 8 euro potranno essere acquistati al teatro San Carlo (giorni feriali 9:30-11:00), alla libreria “Luna” ed alla caffetteria “Prima o poi”.

Un momento dello spettacolo "L'eco della pioggia" (foto Valeriana Sisti)

 

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