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Ex Merloni, vertice al Mise sulla rimodulazione dell’accordo di programma

Pubblicato il 14 Luglio 2015 16:15 - Modificato il 5 Settembre 2023 23:35

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La speranza di trovare una soluzione rapida per l’Ex Antonio Merloni si allontana sempre più anche se tutte tutte le parti in causa si sono impegnate a risolvere l’intera vicenda prima che sia troppo tardi. E’ questa la sintesi della riunione che si è svolta martedì mattina al ministero dello sviluppo economico tra il Governo, le organizzazioni sindacali, i rappresentantti delle Regioni Umbria e Marche e la proprietà della JeP Industries, Giovanni Porcarelli. Un vertice che, innanzi tutto, è servito a dare una visione d’insieme sulla vertenza al nuovo presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, e al nuovo assessore allo sviluppo economico dell’Umbria, Fabio Paparelli. Due gli argomenti affrontati: in primo luogo la vicenda dell’accordo di programma, il “salvagente” da 35 milioni di euro che deve rilanciare la reindustrializzazione della fascia appenninica, e poi la ripresa della produzione della JP. ACCORDO DI PROGRAMMA – Per quanto riguarda l’accordo di programma, martedì il Governo ha dato comunicazione dell’avvenuta verifica da parte della Corte dei Conti delle modifiche alla legge 181/89 che, di fatto, permetterebbero una rimodulazione dell’accordo di programma favorendo la presentazione di progetti imprenditoriali non solo industriali ma anche turistici e della valorizzazione ambientale. Verifica che ora sarà al vaglio di tutte le parti che torneranno a confrontarsi sull’argomento nella prossima riunione al mise fissata per il 7 settembre, come spiegato ai miscorfoni di Radio Gente Umbra da Luciano Recchioni di Fiom Cgil: “Ci siamo dati un nuovo appuntamento a breve il 7 settembre perchè ci serve un altro incontro proprio per capire nel dettaglio come è stato rimodulato l’accordo di programma. La Corte dei Conti ha analizzato la nuova rimodulazione e ha dato il suo parere, ora il Governo e le istituzioni dovranno verificare se tutti i contentuti che erano stati improntati sono stati recepiti e quindi verificare la nuova impostazione. Da parte del Governo c’è l’impegno, viste le scadenze, a seguire la vertenza con la massima attenzione e anche la data del 7 settembre è un’indicazione abbastanza chiara sull’intento di proseguire nel tentativo di risolvere qualcosa di questa strana e drammatica vicenda”.  JP INDUSTRIES – Altra questione, invece, quella relativa alla JP Industries sulla quale pesano la sentenza della Cassazione – chiamata a pronunciarsi in autunno sull’acuquisizione di Porcarelli – e la data del 31 dicembre, data in cui è prevista la scadenza della cassa integrazione straordinaria che non verrà prorogata in mancanza di una ripresa dell’attività. Da qui l’urgenza, da parte della proprietà, di trovare un nuovo finanziamento che rilanci la ripresa della produzione ma anche un accordo con gli istituti di credito che possa reggere nel caso di una sentenza negativa. Nodi che verranno sciolti sempre nel prossimo vertice di settembre: “La proprietà era presente all’incontro di martedì ma ed anche in questa occasione ha ribadito la necessità di avere la liquidità, un mutuo, un prestito insomma qualcosa che possa darle la possibilità di far ripartire la produzione. Bisogna capire, attraverso gli istituti bancari, se è possibile trovare qualcuno disponibile a erogare questo finanziamento. L’accordo per il momento non c’è però la data del 31 dicembre, se da una parte preoccupa, dall’altra stimola tutti a trovare una soluzione per i 2400 dipendenti in tempi brevi, quindi speriamo che il 7 settembre si faccia avanti qualche istituto di credito per il finanziamento a Porcarelli. Altra cosa importante è capire se sarà possibile un accordo con le banche in vista della sentenza della Cassazione prevista in autunno. Se la Cassazione, infatti, dovesse confermare lo stesso giudizio delle due sentenze precedenti, in mancanza di un accordo tra la proprietà e gli istituti di credito, richiamo che qui finisce tutto”. Un altro mese e mezzo, dunque, per capire i prossimi futuri scenari; un tempo che le organizzazioni sindacali sfrutteranno per incontrare le Regioni e per capire come le istituzioni locali si muoveranno per risolvere questa lunga vertenza.

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