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Caso Lucentini, interrogato il carabiniere arrestato

Pubblicato il 16 Luglio 2015 17:33 - Modificato il 5 Settembre 2023 23:34

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Dopo due mesi esatti dalla morte dell’appuntato scelto dei carabinieri di Foligno, Emanuele Lucentini, è arrivata la svolta. Mercoledì, infatti, è stato arrestato il collega Emanuele Armeni, autore del colpo partito dalla mitraglietta che ha ucciso, il 16 maggio, scorso l’appuntato Lucentini. L’arresto è avvenuto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario. Il fatto era accaduto – lo ricordiamo –  all’interno della caserma dei carabinieri di Foligno, al momento di “smontare” dal turno di notte che i due colleghi avevano svolto insieme. E se nell’immediato si era parlato di un colpo partito accidentalmente, oggi lo scenario potrebbe essere anche un altro. Giovedì, tuttavia, è stata la volta dell’interrogatorio di garanzia di Armeni, detenuto nel carcere di Spoleto. Il 38enne ha quindi chiarito alcuni aspetti non ancora del tutto chiari, oltre a presentare attraverso il suo legale – l’avvocato Marco Zaccaria – la richiesta di scarcerazione, su cui il giudice competente si è riservato di decidere. Armeni, inoltre, ha continuato a sostenere l’accidentalità dell’evento, contrariamente da quanto avanzato dalla procura che ha parlato di premeditazione, esclusa invece dal gip. “Armeni è sconvolto per la morte del suo collega e continua a proclamarsi innocente”, ha detto l’avvocato Zaccaria sottolineando anche che “nessun movente viene ipotizzato per l’omicidio del carabiniere”. Sul caso comunque continua ad esserci il massimo riserbo. La famiglia di Emanuele Lucentini, ad ogni modo, segue l’evolversi dell’indagine ma preferisce evitare commenti. “Da subito – ha ribadito l’avvocato Giuseppe Berellini che insieme alla collega Maria Antonietta Belluccini rappresenta la famiglia – abbiamo detto che cerchiamo la verità e ogni elemento utile a trovarla è positivo”.

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