Una “scelta volontaria di cagionare la morte” e “la caserma, per il tipo di delitto commesso, è il luogo più sicuro”. E’ per questo motivo che il tribunale del Riesame ha deciso di non concedere ad Emanuele Armeni di uscire di cella. Emergono nuovi particolari nei confronti del carabiniere accusato di aver ucciso volontariamente il suo collega Lucentini all’interno della caserma di Foligno. A rivelarli sono le motivazioni che i giudici del tribunale delle Libertà hanno formulato nel rigettare il ricorso del legame di Armeni che chiedeva i domiciliari per il suo assistito. Ventidue le pagine di sentenza dei giudici Verola, Semeraro e Cenci – come riporta quest’oggi il portale Umbria24.it – che smontano del tutto la versione data da Emanuele Armeni del colpo partito accidentalmente dall’M12 di servizio. Secondo gli stessi, l’indagato sapeva che le telecamere del parcheggio della caserma non funzionavamo da mesi e che quello era il luogo adatto per sparare. Non con la pistola d’ordinanza, perché “l’indagato non avrebbe avuto alcuna giustificazione plausibile per l’estrazione dell’arma dalla fondina”. Rimane ancora misterioso il vero movente, anche se sembrerebbe che i rapporti tra i due “non erano affatto buoni”.
Omicidio Lucentini: “La caserma il luogo più sicuro per sparare”
Pubblicato il 20 Agosto 2015 10:31 - Modificato il 5 Settembre 2023 23:17
Emanuele Lucentini
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