In quella tragica mattinata del 16 maggio 2015 il colpo, dall’M12 d’ordinanza, non partì accidentalmente. E’ questo, in estrema sintesi, l’esito della perizia balistica effettuata a fine maggio dall’esperto Marco Piovan, chiamato dal giudice di Spoleto per ricostruire in maniera ancor più approfondita la dinamica di quel colpo sparato da Armeni all’interno del parcheggio della caserma dei carabinieri di Foligno che colpì a morte Emanuele Lucentini. Il super esperto ha redatto una relazione di oltre 120 pagine depositata lunedì 28 giugno e che in questi giorni sarà esaminata da accusa, difesa e parte civile. “La perizia ha confermato quella che era la nostra versione – spiega ai microfoni di Radio Gente Umbra l’avvocato Maria Teresa Belluccini, difensore della famiglia Lucentini -. Per quanto concerne la dinamica e le modalità infatti, risulta incompatibile la versione fornita da Emanuele Armeni. Rimangono confermate le perizie del pm e la nostra. Il perito – prosegue – esclude la tesi dell’accidentalità del colpo sparato”. In sostanza, la ricostruzione fatta da Armeni non coinciderebbe con le prove svolte da Piovan. Il carabiniere attualmente in carcere, aveva spiegato che il colpo era partito in maniera accidentale dopo che lo stesso era inciampato. Il colpo – stando alla perizia di Piovan – non sarebbe partito dal basso verso l’alto come sostenuto dalla difesa. Così come la distanza dalla quale sarebbe partito lo sparo farebbe presupporre che, una persona abituata ad usare queste armi, non avrebbe avuto nemmeno bisogno di mirare, ma gli sarebbe bastato semplicemente impugnare l’M12. Ora l’appuntamento è per il 12 luglio, quando le parti si ritroveranno in aula per la discussione, anche alla luce della perizia.
Omicidio Lucentini, la superperizia esclude l’accidentalità del colpo
Pubblicato il 29 Giugno 2016 14:59 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:58
Emanuele Lucentini
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