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Fascia appenninica, istituito un laboratorio territoriale per il lavoro

Pubblicato il 21 Novembre 2015 17:25 - Modificato il 5 Settembre 2023 22:24

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Tutti uniti per rilanciare la fascia appenninica, partendo da un laboratorio territoriale aperto econdiviso. Parlano in questi termini i sindaci di Gualdo Tadino, Gubbio, Nocera Umbra, Sigillo, Valfabbrica e Fossato di Vico, che giovedì 19 novembre hanno approvato un documento ad hoc stilato dalla massima assise gualdese. L’occasione è stata appunto quella del consiglio comunale aperto di Gualdo Tadino, convocato per parlare della crisi del territorio e dell’emergenza lavoro. Non solo i sindaci Massimiliano Prosciutti, Filippo Mario Stirati, Giovanni Bontempi, Riccardo Coletti, Roberta De Simone e Monia Ferracchiato, ma anche sindacati, politici, associazioni di categoria, imprenditori, direttori di banche e cittadini hanno partecipato all’assemblea, proprio a testimoniare l’importanza della questione. “La crisi economica e sociale che ormai da un decennio attanaglia l’intero territorio della fascia appenninica tra l’Umbria e le Marche ha provocato un impoverimento senza precedenti del tessuto industriale, artigianale e commerciale – si legge nel testo condiviso dai sindaci -, che rischia seriamente di compromettere  in maniera irrimediabile  la tenuta di una parte di quell’Italia mediana che potrebbe invece giocare un ruolo da protagonista anche nell’ottica della costituzione della macroregione del centro Italia”. Ed è partendo da questo assunto che la seduta del consiglio comunale del 19 novembre ha voluto rappresentare un punto di partenza per un confronto sul futuro delle comunità. Per i rappresentanti istituzionali si tratta di “un territorio che in questi anni non ha avuto la giusta considerazione e attenzione ed il sostegno necessario sia da parte dei Governi che si sono succeduti, sia dai vari enti sovra comunali”. In sostanza, da dieci anni a questa parte si è assistito ad una lunga sequela di buoni propositi e impegni che, però, ad oggi non hanno prodotto i risultati sperati. “Occorre quindi ripartire dal basso e ripensare un modello di sviluppo – sottolineano nel documento -, che dovrà sicuramente essere supportato e accompagnato dai vari livelli istituzionali, ai quali si chiede un rinnovato e concreto impegno”. Tuttavia, presupposto fondamentale sarà “una forte animazione territoriale in grado di generare idee e proposte attuabili ed attrattive, in grado di favorire investimenti e nuova occupazione”. Un impegno sicuramente non facile, ma per il quale serve il coinvolgimento generale. E così, a partire dalla seduta del consiglio comunale di Gualdo Tadino, si è deciso di dar vita ad uno studio aperto a tutti, con l’obiettivo di arrivare, già alla fine del prossimo semestre, ad un primo step di proposte attuative, chiare e condivise. “Non il solito tavolo – dicono – ma un vero e proprio laboratorio territoriale aperto ed inclusivo, che si ponga come obiettivo di ridisegnare con ambizione e coraggio il futuro economico e sociale di questa area vasta”. Insomma, una sfida importante per un territorio che conta oltre 70mila abitanti. “Creare lavoro e nuove opportunità – sottolineano – sarà possibile se avremo finalmente collegamenti ed infrastrutture degne di tale nome, se saremo in grado di compiere scelte coraggiose ed innovative anche in settori ormai strategici come l’ambiente, la cultura, il turismo i servizi socio assistenziali e sanitari, ma soprattutto – continuano nel documento – se saremo nelle condizioni, come tutti auspichiamo, di dare risposte concrete in grado di rilanciare il manifatturiero e le attività produttive. Una sfida ed un lavoro che vogliamo compiere con determinazione e forte senso di responsabilità, che speriamo di poter trovare – concludono – anche nei nostri interlocutori istituzionali regionali e nazionali”.

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