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Usl2, il 58% della popolazione beve alcolici. Tra i giovani preoccupa il “binge drinking”

Pubblicato il 10 Dicembre 2015 11:17 - Modificato il 5 Settembre 2023 22:13

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L’alcol è il terzo fattore di rischio evitabile per quanto riguarda mortalità precoce e disabilità. Prima di esso, in Europa vengono solamente fumo ed ipertensione. Circa 200 le malattie ad esso collegate, con l’alcol che è la causa anche del 7,4% di tutte le disabilità e delle morti premature. Un consumo che comunque in Italia è sceso dagli anni Ottanta ad oggi, ma fino a 29 anni rimane la prima causa di morte. A monitorare la situazione nel territorio di Foligno, Spoleto, Terni e Orvieto è la Usl2 dell’Umbria, che ha pubblicato i dati del terzo bollettino epidemiologico che raccoglie i dati dal 2011 al 2014. Il 58% della popolazione residente in questo territorio consuma alcol. A bere moderatamente è il 43%. Tra gli intervistati, il 15,8% è un consumatore a maggiore rischio. La ricerca della Usl2 si concentra in particolar modo sulla così detta “abbuffata alcolica”, definita anche “binge drinking”, ovvero il mischiare i vari tipi di alcolici: vino, birra e liquori. Pratica che riguarda l’8,4% degli intervistati ed è molto diffusa tra i giovani. Il 20% tra i 18 e 24 anni e l’11% tra i 25 e i 34 anni compiono le così dette “abbuffate alcoliche”, un’assunzione decisamente pericolosa. A ricorrere a questo tipo di pratica sono soprattutto gli uomini e le persone con livello di istruzione alto e senza difficoltà economiche. Per quanto riguarda il resto degli intervistati, il 7,2% beve esclusivamente o prevalentemente fuori pasto, mentre il 2,2% ne fa un consumo abituale elevato. Altro tema approfondito è quello dei consumatori a rischio. In questo caso, ad essere più esposti sono i ragazzi tra i 18 e 24 anni, ovvero il 29%. Più aumentano gli anni, e meno si è esposti al rischio.

 

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