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Dalla dipendenza “a tavolino” delle slot al rischio usura: i mille pericoli del gioco d’azzardo

Pubblicato il 27 Luglio 2020 15:15 - Modificato il 6 Settembre 2023 11:00

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Quinto ed ultimo appuntamento con “Azzardo, non chiamiamolo gioco”, la rubrica curata da Radio Gente Umbra in collaborazione con la Usl Umbria 2 e la Comunità La Tenda. Come sempre, presenti in studio la dottoressa Lucia Coco, psicologa e referente del Centro regionale per il trattamento del disturbo da gioco d’azzardo, e Samanta Migliorati, educatrice della cooperativa Comunità La Tenda che gestisce il numero verde regionale. 

Continua, dunque, il viaggio alla scoperta del gioco d’azzardo e del disturbo psicologico ad esso correlato. Un disturbo che può subdolamente manifestarsi in chiunque, indifferentemente dal sesso, dall’età, o dall’estrazione sociale. Da qui è partita questa puntata: giocano d’azzardo solo quelli che se lo possono permettere o anche coloro che non dispongono di risorse economiche? “Purtroppo, si tratta di un fenomeno trasversale – hanno spiegato le due esperte –. Non c’è, infatti, una fascia che viene colpita in modo particolare. A giocare è il disoccupato così come l’imprenditore, il pensionato o il ragazzo molto giovane. Rispetto ai più piccoli – hanno aggiunto –, l’indagine condotta da Ipsad riferita al periodo 2017-2018 ha parlato di una quota rilevante di giovani che accedono al mondo del gioco d’azzardo. Stando al report si scopre che il 29% dei quindicenni ed il 44,4% dei diciannovenni giocano d’azzardo e c’è da chiedersi come questo sia possibile visto che, per loro, questa pratica dovrebbe essere vietata dalla legge. In Umbria, tra gli studenti che giocano il 5,9% ha un comportamento problematico ed il 14,3% ha un elevato rischio di assumerlo. Un quadro che, considerando la scarsa consapevolezza dei giovani, ci preoccupa perché portavoce di un mondo sommerso che difficilmente arriva ai servizi. Poi c’è da dire che, in quella fascia d’età, al disturbo da gioco sovente si associa l’assunzione di sostanze psicotrope. A tal proposito, per rispondere ai problemi dei giovani minorenni il Servizio dipendenze di Foligno ha avviato il progetto Giovani2.0”. 

Considerando che i giovani, come i disoccupati, di norma non dispongono di entrate, ecco i giocatori possono ritrovarsi in situazioni debitorie e con lo spettro dell’usura. “Purtroppo – hanno detto Coco e Migliorati – questa è cosa frequente: si va dai furti in casa, alla vendita di oggetti di valore, passando per l’attingimento dalle pensioni dei nonni all’accensione di prestiti in banca. Quando, poi, queste risorse si esauriscono ecco che il riferimento diviene l’usura. A tal proposito, il nostro servizio – hanno ricordato – offre consulenze economiche ai giocatori avvalendosi del supporto di associazioni come Federconsumatori che segue le persone da vicino e con progetti personalizzati”. 

Ma quali sono, invece, le dipendenze correlate al disturbo da gioco d’azzardo? “Spesso, soprattutto nei più giovani, – hanno spiegato le due esperte – si riscontra consumo di sostanze, su tutte alcol e cocaina. Altre volte capita che il disturbo da gioco correli con disturbi psichiatrici. Effettuiamo, quindi, una valutazione psichiatrica utile, tra le altre cose, ad evidenziare eventuali impatti sulla salute fisica delle persone. Sì, perché anche se non c’è l’uso di sostanze, i giocatori possono avere astinenza e malessere fisico, crisi d’ansia, insonnia, attacchi di panico e depressione. 

Poi ci sono i giocatori condizionati nel comportamento. Una tipologia di paziente, questa, che cade trappola soprattutto delle slot machine e del loro meccanismo di funzionamento. Sono macchine create a tavolino per creare dipendenza basata su un condizionamento operante. Il primo ad accorgersene fu, all’inizio del secolo scorso, lo psicologo Skinner che, attraverso esperimenti condotti su topi, evidenziò come la ricompensa casuale fosse un meccanismo di condizionamento mentale potentissimo di cui il giocatore è completamente inconsapevole”. È importante, dunque, conoscere il nemico chiamato “gioco d’azzardo” per poterlo sconfiggere, ma ad essere fondamentale è l’aiuto di professionisti. “È evidente che non è possibile uscirne da soli – hanno concluso Lucia Coco e Samanta Migliorati -, e chi crede di potercela fare è solo caduto vittima di una credenza distorta: è necessario riferirsi a servizi competenti.” 

Ricordiamo, dunque, il numero verde 800.410902 per contattare lo sportello, gestito dagli educatori de La Tenda, dove ricevere informazioni ed usufruire gratuitamente di uno spazio di ascolto. Gli orari di apertura sono dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

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