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Spoleto, riflettori accesi sull’Ecomostro

Pubblicato il 21 Dicembre 2015 14:31 - Modificato il 5 Settembre 2023 22:06

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L’Ecomostro di Spoleto, ossia i palazzi di via della Posterna, quelli costruiti a ridosso delle mura antiche ed oggetto di una lunga battaglia ambientalista, tornano al centro del dibattito. Anche se, a dirla tutta, i riflettori sulla questione non si sono mai spenti. In questi giorni, tuttavia, se ne è tornati a parlare in modo più imponente perché l’Ecomostro dovrà essere abbattuto. O almeno questo è quanto stabilito dagli organi preposti. Per discuterne l’associazione culturale Casa Rossa di via XIV giugno apre le porte, lunedì 21 dicembre alle 17.30, con l’intento di ripercorrere anche la vicenda dell’incendio della centralina elettrica dell’Ecomostro. “Fu autocombustione fin da subito per i vigili del fuoco – scrivono dall’associazione -, fu autocombustione per i giudici, per cui nessuno dei prigionieri di Brushwood – concludono – è stato condannato per questa accusa”. Ad ogni modo, tra i vari gradi di giudizio e le varie sentenze, ora sembra che l’Ecomostro dovrà essere abbattuto. Questo è quello che si evince dal pronunciamento della Corte di Cassazione di Roma, che lo scorso 11 dicembre ha ritenuto inammissibile il ricorso dei legali dei sei imputati già condannati in appello a Firenze per abuso edilizio. E oltre all’abbattimento dei volumi, quindi, costruttori, tecnici e dipendenti comunali responsabili delle concessioni (Rodolfo Valentini, Francesco De Megni, Alberto Zanmatti, Giuliano Macchia, Giuliano Maria Mastroforti e Paolo Gentili) dovranno pagare. I sei erano stati condannati in primo grado dal tribunale di Spoleto, per poi essere assolti dalla Corte d’Appello di Perugia, fino a giungere al processo bis con la sentenza della Corte d’Appello di Firenze. La condanna, confermata con l’inammissibilità del ricorso dei legali delle scorse settimane, è quindi di 4 mesi per abuso edilizio in relazione ad un conteggio sbagliato delle volumetrie, demolizione dei volumi e 22 mila euro di multa. Ora resta da capire, però, cosa accadrà nei fatti, con il Comune – che lì a fianco ha costruito il percorso di mobilità alternativa della Posterna – che dovrà affrontare un problema di non poco conto, così come i proprietari degli appartamenti.  

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