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Posterna, la commissione rinvia il voto. “Buone nuove” dal Consiglio di Stato

Pubblicato il 23 Febbraio 2016 09:09 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:21

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La buona notizia, se di questo si può parlare, è che il Consiglio di Stato, pur confermando la sentenza dl Tar dell’Umbria, ha ridotto da 138mila euro a poco più di 90mila la cifra che il Comune di Spoleto dovrebbe pagare per l’esproprio sanante che farebbe acquisire all’ente le quattro particelle dell’area di 2214 metri quadrati in totale del parcheggio della Posterna ancora oggi di proprietà della Findem. “Il Consiglio di Stato, infatti, non ha riconosciuto il danno patrimoniale” sono state le parole dell’assessore ai Lavori pubblici, Angelo Loretoni, in occasione della riunione della I Commissione consiliare. Ma prima di condividere quel documento che certifica questa sentenza e che è diventato una delibera di giunta, il presidente della stessa commissione, Stefano Proietti, e comunque più di un commissario, vogliono vederci chiaro. Dato che, in verità, quella pratica tratta una vicenda che definire intricata non è poi così sbagliato. E allora ecco che lo stesso presidente Proietti ha “bloccato” tutto in attesa che chi di dovere, in questo caso chi ha seguito la vicenda in tutti i suoi sviluppi, il dirigente Giuliano Maria Mastroforti, possa spiegare nel dettaglio ciò che è accaduto e, soprattutto, ciò che potrebbe accadere in futuro. Rimandando la votazione della pratica ad altra data prima che questa finisca sotto la lente del consiglio comunale. Per entrare nel dettaglio riguardo al tema trattato nel corso della riunione della commissione consiliare, l’assessore Loretoni ha riferito che il costo dell’operazione di acquisizione delle quattro particelle dell’area del parcheggio della Posterna “è coperto da alcuni fondi mai acquisiti dal Comune di Spoleto, circa 150 mila euro, e che giacevano ancora nelle casse di chi lo aveva concesso diversi anni fa per la caserma Minervio: la Fondazione Carispo”, sono state le sue parole. Ora, quali sono i dubbi sollevati dalla maggior parte dei commissari? Un eventuale ricorso da parte di Findem a seguito della decisione da parte del Consiglio di Stato di derubricare il “danno patrimoniale”, quali possibili ripercussioni potrebbero esserci per le casse comunali? Ricordando tra l’altro che, la stessa Findem, chiese una “buonuscita” di circa 1 milione di euro. UN PO’ DI STORIA – A seguito di varie vicissitudini, il Comune di Spoleto e la Findem srl, il 23 novembre 2000, sottoscrissero un accordo bonario che, tra le altre cose, conteneva l’impegno da parte del Comune di Spoleto per il rilascio del titolo edilizio per la realizzazione di un edificio residenziale su un terreno di Findem compreso nel comparto urbanistico, con il riconoscimento di una volumetria aggiunta, in cambio della cessione bonaria a titolo gratuito di altre aree di proprietà della Findem, sempre all’interno del piano attuativo destinati ai lavori relativi al parcheggio pubblico della Posterna. Il tanto contestato “palazzo” che la Corte di Cassazione, recentemente e in via definitiva, ha riconosciuto come abuso edilizio, ordinandone la demolizione. Nel 2006 veniva concesso a Findem il permesso a costruire con aumento dei volumi. Nel giugno del 2009, uno studio legale, metteva in discussione l’accordo intercorso tra le parti, ritenendo che erano state compromesse alcune condizioni contenute nello stesso. Dopo il rigetto da parte del Tribunale di Spoleto del ricorso fatto da Findem che verteva sull’inibizione dell’accesso alle aree di cantiere, la stessa società di rifiutò di addivenire all’atto di cessione definitiva dell’area. Nel 2013, Findem, chiede al Comune di Spoleto di procedere per la definizione e l’acquisizione delle aree all’emissione del decreto di acquisizione sanante, facendo ricorso al Tar dell’Umbria, che da ragione alla società. Ma il Comune fa appello al Consiglio di Stato, ottenendo nel luglio del 2014 la sospensione della decisione, per poi procedere all’emissione del decreto acquisitivo delle aree interessate sugli espropri. E questa è solo una piccola parte di una lunga e tormentata vicenda di cui, a oggi, non si ha la chiara percezione di come possa concludersi. Fatto sta che, dopo i dovuti chiarimenti ai commissari comunali, e poi il passaggio in consiglio comunale, al Comune di Spoleto non resta che aspettare la prossima “mossa” di Findem: si “accontenterà” dei 90 mila euro e chiuderà l’annosa vicenda, oppure impugnerà la decisione del Consiglio di Stato e proseguirà nella sua “battaglia” per avere quel risarcimento ciò che, a suo dire, è dovuto?

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