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Fascia appenninica, investimenti per 84 milioni. Previste 292 nuove assunzioni

Pubblicato il 8 Luglio 2016 10:29 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:53

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Investimenti per circa 84 milioni di euro, con richieste di agevolazioni per 38 milioni di euro e 292 nuovi occupati. Sono questi i numeri al momento conseguiti attraverso l’attivazione del progetto di rilancio dell’area di crisi industriale complessa ex “Antonio Merloni” e relativa ai 17 comuni umbri della fascia appenninica. “Si tratta di un risultato importante, unico in Italia – sottolinea il vice presidente e assessore allo Sviluppo economico Fabio Paparelli – che è stato generato attraverso un processo di animazione territoriale messo in campo attraverso importanti risorse ministeriali e regionali”. “Riguardo all’esito del bando gestito da Invitalia, chiuso lo scorso 30 giugno – ricorda Paparelli – hanno aderito 8 imprese del settore manufatturiero, una nell’ambito della fornitura dei servizi e una nel campo turistico. In particolare nell’ambito della manifattura sono state richieste agevolazioni per oltre 22 milioni di euro capaci di generare quasi 38 milioni di euro di investimenti e 178 nuovi occupati. Particolarmente interessanti anche le risposte in ambito turistico, con 16 milioni di investimenti da realizzare e 32 nuovi occupati così come nel settore dei servizi con oltre 5 milioni e mezzo di investimenti e 6 nuove assunzioni”. “Nell’ambito della misura gestita da Sviluppumbria, inoltre, il cui avviso è stato pubblicato l’8 giugno, e tuttora aperto – aggiunge – sono pervenute circa 25 domande, per un totale di investimenti pari a circa 24 milioni di euro, richiesti per l’80% dal settore manifatturiero e 20% dai servizi, e capaci di generare 76 nuove assunzioni”. “Ciò che auspicavamo potesse rappresentare un’opportunità di rilancio del territorio – ha concluso il Vice presidente Paparelli – si sta trasformando in una realtà capace di riattivare il tessuto economico di un’area fortemente provata, ma ancora viva e produttiva”. CGIL CRITICA – A criticare il piano messo in campo dalla Regione è la Cgil. Nella stessa giornata in cui l’assessore Paparelli ha diffuso i suoi dati, arriva la replica di Filippo Ciavaglia, segretario della Cgil di Perugia e di Mario Bravi, dell’Istituto ricerche economiche e sociali del sindacato. “La più grande crisi industriale dell’Italia centrale, con oltre 1500 dipendenti solo sul versante umbro a Gaifana, dopo 8 anni trascorsi tra legge Marzano, cassa integrazione e mobilità con centinaia di persone che nel frattempo hanno perso il lavoro – scrivono i due – pare concludersi con una versione riveduta e corretta del tanto decantato accordo di programma che rischia di produrre solo briciole. Infatti sulla home page del ministero dello Sviluppo economico è stato pubblicato il bando relativo al possibile utilizzo di 28 milioni di euro – proseguono -. Le domande presentate sul versante umbro sono di 10 aziende per investimenti da realizzare corrispondenti a 59.997.487 euro con un obiettivo di 216 occupati, per agevolazioni richieste pari a 33.271.000 euro. Le aziende interessate vanno da Agribosco, Comear, Flea, Hotel Villa Verde, Isa, Meccanotecnica, Oma, Silear, Tecnocar a Tardioli. Pur non sottovalutando i progetti messi in campo e auspicando comunque che si concretizzino presto, non possiamo non sottolineare che sul versante marchigiano le proposte avanzate sono piu’ consistenti e questo ribadisce, ancora una volta, la gracilità del sistema imprenditoriale umbro e la necessità che la grande vertenza della ex Antonio Merloni non possa concludersi solo con l’adozione di queste misure minimali. Occorre invece – concludono – un intervento più ampio e più incisivo per arrestare il degrado e l’impoverimento della intera fascia appenninica”.

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