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Lotta alla povertà, non solo Sia: ecco il Piano della Regione

Pubblicato il 11 Agosto 2016 10:37 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:36

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Per la lotta alla povertà c’è un Piano nazionale che si chiama “Sia”. Ma a questo ne verrà affiancato un altro rivolto sempre alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale, ed è quello già deliberato dalla Regione dell’Umbria di 12 milioni di euro che verranno distribuiti, a seconda delle necessità calcolate rispetto alla densità di popolazione, nei 12 ambiti territoriali dell’Umbria. A spiegare tutte le modalità di accesso e come verranno ripartite queste risorse, è stato martedì 9 agosto a palazzo Mauri a Spoleto, Luca Barberini, assessore regionale con delega al sociale della Regione Umbria. Oltre alla misura prevista nel Piano nazionale atta a contrastare il fenomeno della povertà e supportare i nuclei familiari più a rischio, previsto dal governo con la legge di stabilità 2016, c’è dunque quella regionale di 12 milioni di euro che saranno reperiti dai fondi Por Fse 2016-2020. Di questi, in particolare, su Spoleto, numero 9 dei 12 ambiti regionali, ne ricadranno il 5,4 per cento in 6 anni, ovvero 655 mila euro. “Non sarà la soluzione a tutte le criticità – ha detto Barberini – ma finalmente dopo un po’ di anni qualche risposta e opportunità la possiamo dare. Per fare questo, però, è necessario un grande lavoro di squadra”. Una iniziativa che è stata salutata con favore dalla platea presente a palazzo Mauri, e della quale hanno fatto parte rappresentanti della politica spoletina e dei sindacati, ma anche operatori del sociale del Comune di Spoleto e gente comune. Apprezzamento per l’iniziativa, si, ma con qualche riserva in qualche caso. E a palesarla è stato, tra gli altri, il sindaco di Castel Ritaldi, Andrea Reali. “Finalmente qualcosa di nuovo – ha esordito il primo cittadino, che poi, però, ha aggiunto – non mi pare appropriato il fatto che prendano un po’ meno gli ambiti che hanno meno popolazione. Il problema sociale non è distinto per popolazione, bisognerebbe premiare chi fa bei progetti e chi ha le esigenze reali. E inoltre bisognerebbe essere più trasparenti a fare controlli, così da evitare che ci possano essere i furbi”. Proposte che, in qualche modo, sono state condivise anche dall’assessore Barberini, il quale, oltre a non nascondere che ci potrebbero essere margini di perfezionamento sulle direttive già definite, qualora ce ne fosse la necessità “sarebbe anche opportuno intensificare le campagne sociali, così da far conoscere le effettive esigenze dei territori – ha detto – e uno degli strumenti è il sistema informativo utile ad aumentare il livello di conoscenza”. “A Spoleto è già stata costruita una buona rete – sono state invece le parole della vice sindaco di Spoleto, Maria Elena Bececco – auspichiamo che sia una buona base per portare avanti questa nuova misura”. Il Sistema per l’inclusione attiva, Sia appunto, così come approvato a livello nazionale, prevede l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie con minori in condizioni di povertà con un indicatore Isee pari o inferiore a 3mila euro. Il contributo, erogato per 12 mesi, viene quantificato su base di 80 euro mensili a componente del nucleo familiare e va da un minimo di 160 euro per un nucleo familiare formato da due componenti, fino a raggiungere un massimo di 400 euro mensili per un nucleo familiare formato da cinque o più membri. In Umbria i nuclei familiari con figli minori ed un Isee pari o inferiore a 3mila euro nell’anno 2015, sono stati 6.363 (dati forniti dall’Inps regionale Umbria). In base agli indicatori precedentemente descritti, alla Regione Umbria, potrebbero essere assegnate per l’anno 2016 risorse pari ad 8.373.875 euro mentre, si può stimare che per l’anno 2017 le risorse aumenteranno ad 11.018.230 euro. Le  azioni regionali saranno rivolte ad una platea di destinatari finali in parte coincidenti con i nuclei familiari eligibili al Sia, ma per i quali le risorse nazionali non siano capienti per il target interessato; in parte potranno essere destinati a persone e nuclei diversi da quelli eligibili al Sia, ad esempio, persone adulte anche senza figli minori e comunque con Isee ricompreso nel limite previsto per il Sia ed eventualmente  nuclei familiari e soggetti che abbiano un Isee superiore a quello previsto dal Sia (6 mila euro). Il tutto ovviamente sarà legato all’ammontare delle risorse disponibili ed al numero delle famiglie aventi diritto. Nel periodo di riferimento 2016 – 2020, l’intervento specifico raggiungerà 1.172 persone in condizione di vulnerabilità. Per queste persone saranno attivati servizi di orientamento, tutoraggio e accompagnamento al lavoro.

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