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Rio 2016, l’Umbria dello sport torna a casa con un oro e due argenti

Pubblicato il 22 Agosto 2016 14:08 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:31

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Il bilancio delle medaglie tricolori dice ventotto. Quello delle umbre tre. All’indomani della chiusura ufficiale delle Olimpiadi di Rio 2016, la delegazione italiana ritorna in patria con un bottino maggiore di titoli rispetto a quelli previsti dal presidente del Coni Giovanni Malagò, che ne voleva almeno 25. Sulle medaglie italiane c’è lo zampino anche dell’Umbria. Su tutti l’oro di Diana Bacosi nello skeet di tiro a volo. La sua precisione nel centrare i piattelli le ha regalato la grande gioia nell’unica finale tutta italiana ai Giochi brasiliani. Sugli scudi anche il folignate Andrea Santarelli, che insieme alla sua squadra maschile di spada ha conquistato l’argento. Il trionfale cammino con le vittorie su Svizzera e Ucraina si è interrotto sul più bello, ovvero nella finale contro la Francia. Stesso percorso coronato di successi anche per lo spoletino Ivan Zaytsev. Con la sua nazionale di pallavolo è arrivato l’argento, dopo una difficile finale contro i padroni di casa del Brasile, bravi a trionfare sugli Azzurri. Dei risultati ottenuti dagli umbri si dice “orgoglioso” il presidente regionale del Coni, Domenico Ignozza. Il numero uno dello sport umbro si complimenta anche con Laura Giombini, altra corregionale arrivata a Rio per giocare nella squadra di beach volley. Ma la delegazione Azzurra in Brasile ha visto anche altri protagonisti dell’Umbria, come il presidente Fitav Luciano Rossi che ha guidato la spedizione della sua federazione. A tenere alti i colori dell’Italia anche un altro folignate, Emanuele Renzini, coach della pugile partenopea Irma Testa. CARDARELLI SCRIVE AGLI SPOLETINI – Chiusa l’esperienza olimpionica, il sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli ha scritto gli atleti che vi hanno partecipato e che in qualche modo rimandano alla città Ducale. Ivan Zaytsev, Andreea Stefanescu, Nick Willis.  Tre diverse storie sportive. Ma tutte legate a Spoleto, seppur in maniera diversa. Lo schiacciatore della nazionale di pallavolo e della Sir Safety Umbria Volley, ad esempio, è nato a Spoleto 27 anni fa, ed è stato sicuramente il trascinatore dell’Italvolley, medaglia d’argento a distanza di 12 anni da Atene 2004. Successo che ha riguardato anche l’esperienza olimpica di Nick Willis, il trentatreenne atleta neozelandese medaglia di bronzo nella specialità dei 1.500 metri, a cui il sindaco Cardarelli consegnò l’attestato di “Ambasciatore di Spoleto” nel 2014. E poi c’è Andreea Stefanescu, la ginnasta cresciuta sportivamente a Spoleto nella Polisportiva La Fenice, e che è stata medaglia di bronzo a Londra 2012. Ed è a tutti e tre che il sindaco Fabrizio Cardarelli ha voluto rivolgere un pensiero. “Siamo molto orgogliosi del successo ottenuto dalla Nazionale italiana e da Ivan Zaytsev in particolare – sono state le parole del sindaco – La città è molto legata alla sua famiglia, al ricordo delle imprese sportive del papà Vjaceslav Zajcev che ha giocato nella Olio Venturi alla fine degli anni ’80 e a lui che è spoletino di nascita. Lo abbiamo contattato prima della finale invitandolo a Spoleto, nella speranza di poterlo abbracciare tutti insieme e congratularci di persona per questo straordinario successo”. E poi c’è Nick Willis “un altro atleta molto legato alla nostra città che da alcuni anni ha scelto quale base per i suoi allenamenti quando è impegnato in competizioni sportive organizzate in Europa – ha detto di lui Cardarelli – il fatto che un uomo di sport, legato a Spoleto tanto da esserne “ambasciatore”, abbia ottenuto in Brasile un risultato così importante ci riempie di gioia. So che è già stato contattato da Piergiorgio Conti, suo grande amico: noi lo aspettiamo a Palazzo comunale per rinnovargli la stima e l’affetto della nostra città”. Complimenti dal sindaco anche ad Andreea Stefanescu. “Sappiamo che il nuovo regolamento tecnico del Comitato Olimpico Internazionale non prevede l’utilizzo della riserva – ha aggiunto Cardarelli – fatto questo che non ha permesso alla Stefanescu di scendere in pedana pur essendosi preparata insieme alla squadra per queste Olimpiadi di Rio. Ma il bronzo perso per soli due decimi è comunque un risultato di cui andare fieri, merito anche di Andreea, della sua dedizione e della sua professionalità: in queste settimane a Rio si è allenata tutti i giorni da sola per farsi trovare pronta in caso di infortunio di una delle ginnaste”.

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