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“I Primi d’Italia” diventano maggiorenni e dedicano un intero villaggio ad Amatrice

Pubblicato il 1 Settembre 2016 15:13 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:25

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Il 2016 segna il cinquantesimo anniversario per la Festa dell’Amatriciana. Ad Amatrice, sua città di nascita e culla di una ricetta famosa in tutto il mondo, la tragedia del terremoto ha preso interamente il posto di questa piacevole ricorrenza. Fin dal giorno del sisma in tanti si sono mossi con numerose iniziative, alcune delle quali destinate a diventare un vero e proprio simbolo di unione e fratellanza. In questo contesto quindi anche “I Primi d’Italia”, festival presente da diciotto anni per la celebrazione dei primi piatti della tradizione nazionale, non poteva disinteressarsi del disastro che ha devastato Amatrice e colpito tutti i suoi abitanti, visto anche il rapporto creato tra la città ed il Festival nelle passate edizioni. E grazie al volere forte di Aldo Amoni, presidente di Epta Confcommercio, sarà presente al rione Cassero il “Villaggio di Amatrice”, il cui incasso totale sarà devoluto dal Festival alla città terremotata. Dal 29 settembre al 2 ottobre quindi, sarà possibile degustare l’autentica Amatriciana al costo di 10 euro: un piatto per la solidarietà e un mangiare che farà bene a tanti. “Ė davvero il minimo che un Festival come il nostro, legato ai primi piatti della tradizione italiana, possa fare per la cittadina laziale e per i suoi abitanti – afferma Amoni -. Siamo vicini agli abitanti di Amatrice, Accumoli, Arquata, Pescara del Tronto e delle altre zone colpite dal sisma e ci siamo uniti, a nostro modo, a questo nobile progetto solidale; un’amatriciana per aiutare Amatrice, sedersi a tavola per sostenere la ricostruzione, un piccolo gesto personale che – conclude Amoni – se condiviso, può diventare un grande aiuto”. Protagonista di questa edizione neo maggiorenne del Festival quindi sarà la solidarietà, tanto che alcuni chef, come i fratelli Serva de “La Trota” di Rivodutri (RI), sono stati svincolati dalla kermesse per poter essere presenti e vicini ai loro abitanti e con il “Villaggio di Amatrice “si spera di raccogliere nei quattro giorni di Festival quanto più possibile per poter dare un gesto di vicinanza e solidarietà concreto e tangibile, grazie ad uno dei piatti più noti e rappresentativi della cultura del Belpaese in Italia e all’estero.

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