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Città di Foligno, Guazzolini: “Per mio padre sono incosciente, ma credo nel progetto”

Pubblicato il 6 Settembre 2016 15:06 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:22

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Lo chiami al telefono per un’intervista in radio, e lui chiede altri 10 minuti perché sta lavorando. Tommaso Guazzolini è questo, un personaggio semplice ed umile con la passione per il calcio che lo porta ad una “doppia vita” davvero impegnativa. D’altra parte siamo nei dilettanti, e questa non può essere che una bella lezione e un bell’esempio. Ed ecco dunque le sue parole nella trasmissione “Golden Goal” in onda ogni lunedì alle 19 su Radio Gente Umbra.

Domenica, al di là dell’aspetto mentale, dal punto di vista tattico si è visto un Foligno pericoloso nelle ripartenze. È un aspetto tipico del tuo modo di fare calcio, ci avete lavorato?

Ci abbiamo lavorato molto ad inizio preparazione, è vero. Ma non andava gestita così la partita con il Flaminia. Bisognava giocare più al calcio, come a Matelica. La squadra non è competitiva come quella dell’anno scorso, ma questo gap va compensato con la fame, la grinta. Noi ce l’abbiamo questo spirito di squadra, ma non capisco perché non è venuto fuori. Ma se lo tiriamo fuori daremo fastidio a tutti.

Qual è l’obiettivo di questo Foligno? Sei soddisfatto della costruzione della rosa?

Mi dovrei lamentare dopo una sconfitta, ma per me è una rosa competitiva, considerando il budget. Sono strafelice della rosa, non voglio dire che vinciamo il campionato perché non è vero, ma possiamo toglierci delle soddisfazioni. Forse manca qualcosa a livello di giovani, dico proprio a livello numerico. Non arriveranno giocatori importanti, perché l’ossatura della squadra è questa e ne sono molto contento.

Cosa ti ha spinto a venire a Foligno considerando che in estate questa piazza era in discredito?

Mio padre mi ha detto che sono incosciente, mi ha detto “dove vai?” (ride, ndr). Io ho pensato alla curva del Foligno, alla sua tifoseria che ha grandi potenzialità per la Serie D. Poi, parliamo chiaro, è una piazza che fa gola a tutti. La società è nuova, quindi non possiamo dire che non sia seria. Io a pelle do fiducia a tutti, per ora il presidente ha mantenuto tutto quello che mi ha promesso. Ad oggi per me è una persona seria.

È un’opportunità anche per la tua carriera di allenatore…

Si, sono un novello della categoria… sono partito dai bassifondi, ho vinto in seconda categoria, in prima, e in Eccellenza, a casa mia con il Trestina. È una categoria molto diversa, ed io mi adatto a tutto.

Cosa temi di più di questo girone?

La cosa che temo di più è la mia squadra. Se abbiamo l’approccio giusto non dobbiamo avere paure. Il girone non lo conosce nessuno in fondo, si dice che sia meno tecnico e più fisico, cosa che ci potrebbe favorire. Con la mentalità giusta potrei dormire tranquillo tutte le sere, senza non dormirei mai…

Come stanno le umbre di Serie D?

La prima giornata è stata troppo particolare, una domenica andata storta. Il Trestina ha una buona squadra, il Sansepolcro ha una società solida. Il Città di Castello farà un gran mercato, vedrete. Meglio adesso, che più avanti. Sono convinto che verranno fuori. Per fortuna nel calcio si gioca ogni domenica, è questo il bello.

Ora però vengono quattro domeniche bestiali…

Io credo che il lavoro settimanale paghi. Abbiamo bisogno dei tifosi, mi dispiace per come è andata, è per loro il mio dispiacere più grande. Siamo noi che dobbiamo riportare la gente allo stadio. Il tifoso folignate è intelligente, vedrà che ci impegniamo al massimo. Si, la serenità è l’arma migliore

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