Chi si aspettava un botta e risposta tra associazioni ambientaliste è sicuramente rimasto deluso. Il confronto, a tratti duro, c’è anche stato. Ma a replicare alle accuse di Wwf, comitato “No biodigestore” e “Salute e legalità” sono stati alcuni consiglieri comunali di Foligno. Stiamo parlando dell’audizione tenutasi martedì pomeriggio a palazzo comunale, nella quale la commissione Controllo o Garanzia ha invitato le varie associazioni ambientaliste a presentare il loro punto di vista in merito al biodigestore che sorgerà in località Casone. Una convocazione che fa seguito a quella di due settimane fa, nella quale i commissari ascoltarono il punto di vista delle istituzioni. Questa volta però, molte le assenze. Da quella del Fai a Italia Nostra, passando per Legambiente. Proprio quest’ultima, ha preso posizioni completamente differenti da quelle dei vari comitati e del Wwf. E’ per questo che tutti si sarebbero aspettati un contraddittorio che non è arrivato per via delle assenze. Chi invece non è voluto mancare è stato il presidente Wwf Sauro Presenzini, insieme a Gianfranco Cucco di “No biodigestore” e Fausto Moretti di “Salute e legalità” di Sant’Eraclio. Il loro fronte è comune. L’impianto di Casone non deve essere fatto principalmente per due motivi: il rischio ambientale e gli interessi economici che favorirebbero il soggetto privato Asja Spa. Nella sua relazione, il portavoce del comitato “No biodigestore” Gianfranco Cucco ha sottolineato le problematiche che l’impianto “sovradimensionato” porterebbe alle falde acquifere, così come “il processo termofilo in una zona soggetta ad inversione termica e dove ci sono centri abitati”. Sull’aspetto sanitario si è invece incentrato il discorso di Fausto Moretti: “Dal 2012 in un Land della Germania i biodigestori hanno fatto registrare 483 incidenti, così come alcuni documenti evidenziano che nel digestato troviamo spore di tetano e botulino – afferma il rappresentante di ‘Salute e legalità’ -. Non è vero che il fertilizzante è di qualità”. Chi invece ha focalizzato l’attenzione sugli aspetti economici e contrattuali dell’accordo tra Valle umbra sud e Asja è stato Sauro Presenzini del Wwf. “Il contratto stipulato tra le parti è sbilanciato verso le necessità del soggetto privato – ha sottolineato – con delle storture inspiegabili e gravi asservite alla parte privata. La polpa va ad Asja, mentre al pubblico – ha proseguito – rimane l’osso”. Diversi gli esempi riportati. Nel contratto sarebbe solamente di un euro a cittadino la compensazione per il disagio ambientale, quando secondo normative, si poteva arrivare anche a tre. Oltre a questo, secondo Presenzini i Comuni della Valle umbra sud non saranno in grado di fornire le 1250 tonnellate di cui l’impianto avrebbe bisogno, ed è per questo che Asja potrebbe attingere anche a rifiuti da fuori ambito. “La Vus – ha spiegato il presidente del Wwf – per conferire in discarica pagherà 68 euro ad Asja. Per venti anni poi, alla società verranno lasciati quattro ettari di terreno e tutti gli impianti per un canone irrisorio di 37mila e 500 euro annui: un affitto bassissimo”. E alla fine dei venti anni per Presenzini rimarrà solamente “una scatola vuota che dovrà smaltire la collettività”. Ai consiglieri comunali presenti è stato consegnato anche un documento di sette pagine preparato proprio dal Wwf con rimandi ad altro materiale come leggi, contratti e via dicendo. E sono stati proprio alcuni consiglieri ad andare all’attacco delle associazioni presenti. Su tutti Elio Graziosi del Gruppo misto: “Mi sembrate dei dilettanti allo sbaraglio, così come lo siamo noi commissari che non conosciamo la materia – ha sostenuto con forza – non ci avete dato né nomi né fonti certe. Quella che avete messo in campo è una strumentalizzazione che arriva ad un anno di distanza dagli accordi presi. Sfruttate l’ignoranza e le paure della gente”. In molti hanno chiesto un approfondimento scientifico dei temi, come Luca Bellagamba e Michela Matarazzi del Pd. Sempre dal Partito democratico, Paolo Gubbini ha evidenziato il ritardo della levata di scudi da parte dei soggetti presenti. Stefania Filipponi di Impegno civile ha invece chiesto dettagli sul biometano e se realmente verrà immesso nelle condutture. Secondo le associazioni presenti, questo gas non potrà finirci ma dovrà essere venduto in altro modo. Scettico su quanto affermato da Wwf, “No biodigestore” e “Salute e legalità” anche Vicenzo Falasca del Pd: “Per l’ennesima volta – ha affermato – vengono sollevate contestazioni già chiarite. Gli sversamenti delle falde? Ci hanno già detto che non ci saranno. Il botulino? – si domanda ancora Falasca – Il problema si pone solo se venissero trattati rifiuti animali, ma questo non è il caso di Foligno”. Infine, il consigliere piddì ha ricordato a tutti come lo scorso anno arrivò il via libera (tolta la Filipponi) di tutta la commissione: Movimento 5 stelle compreso.
Biodigestore, le associazioni: “La polpa al privato”. La risposta: “Dilettanti allo sbaraglio”
Pubblicato il 21 Settembre 2016 08:49 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:15
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