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Spoleto, si studia il ripristino del paesaggio agrario sottostante al Tessino

Pubblicato il 24 Settembre 2016 13:20 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:14

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Ne era stato fatto accenno qualche settimana fa. Quando nel corso della commissione presieduta da Ilaria Frascarelli, la terza per l’esattezza, mentre si parlava dei lavori che da lì a poco avrebbero interessato la Rocca Albornoziana, il dirigente Giuliano Maria Mastroforti ne ha dato conto ai commissari presenti. E anche se per il momento c’è solo uno studio di fattibilità redatto dall’ufficio ambiente, il “ripristino” del paesaggio agrario dell’area che va dal Colle Sant’Elia al Ponte delle Torri, quello sottostante il bacino del Tessino nella parte del versante di San Pietro, per l’esattezza, è un progetto che sta prendendo forma. Una esigenza che è nata dal fatto che “attualmente – è scritto in una apposita delibera – le aree agricole periurbane sono state abbandonate o trasformate in moderni giardini o adibite a corti delle abitazione con lo sviluppo vegetazione, che ha completamente trasformato il paesaggio agrario tradizionale. Chiudendo quasi completamente la vista dei monumenti e ostacolando in alcuni casi anche le attività di manutenzione”. L’approccio al metodo adoperato per questa tipologia di restauro e riqualificazione del paesaggio, è stato fondato su un’ampia ricerca ed analisi delle fonti bibliografiche ed cronografiche, supportata da sopralluoghi mirati, al fine di raccogliere il maggior numero di informazioni utili per una programmazione di interventi volti alla ricostituzione del paesaggio più fedele possibile all’originario. L’analisi ha permesso la comprensione delle dinamiche che negli ultimi decenni hanno generato l’attuale trasformazione del panorama paesaggistico, monumentale e naturale dell’insigne contesto. “Si è ipotizzata una conservazione del paesaggio agrario periurbano che discenda dal ripristino delle colture storiche presenti, testimonianza di una civiltà che si approvvigionava attraverso la ruralità del vicino contesto territoriale appena “fuori le mura – spiega la determina – tutti gli interventi hanno carattere preliminare e indicativo ed appartengono a un più ampio disegno che persegue un obiettivo comune di sviluppo del territorio e che tiene conto della natura, complessità, diversità ed importanza del contesto territoriale”. E i tempi per realizzare tutto questo, come si può ben immaginare, non saranno brevi. Anche perché, fatto non trascurabile “le azioni individuate insistono su proprietà in parte private, in parte di proprietà di enti ecclesiastici ed alcune di enti pubblici”.

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