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Abuso di alcol, c’è chi confessa di guidare ubriaco. Ecco i dati della Usl2

Pubblicato il 13 Dicembre 2016 15:46 - Modificato il 5 Settembre 2023 18:33

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Sono in pochi, ma c’è chi ha confessato di guidare anche sotto l’effetto dell’alcol. E’ quanto emerge dall’indagine condotta dai medici della Usl2 dell’Umbria e che riguarda i territori e i distretti aziendali di Foligno, Spoleto, Terni, Valnerina, Orvieto, Narni-Amelia. L’indagine Passi (acronimo di Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), evidenzia anche che i controlli con etilotest sono efficaci ma ancora poco diffusi. Per quanto riguarda invece il dato generale del consumo di alcol, la percentuale nei territori dell’Usl2 è sostanzialmente in linea con il trend nazionale: 16,1% contro il 17 italiano. Il dato è riferito al consumo di alcolici tra la popolazione compresa tra i 18 e i 69 anni. Lo studio, riferito al triennio 2012-2015, è stato condotto attraverso interviste telefoniche in un campione rappresentativo di cittadini. Nello specifico i dati aziendali evidenziano che il 16,1 per cento della popolazione fa un consumo di alcolici definito “a maggior rischio” (il dato umbro si attesta al 17,6%), il 59% un consumo abituale, l’8% un consumo “binge”, la cosiddetta “abbuffata alcolica” diffusa tra i giovani, ossia cinque o più unità alcoliche per gli uomini, quattro o più per le donne in una singola occasione almeno una volta negli ultimi trenta giorni. La quota significativa del 9% consuma abitualmente alcolici fuori pasto, mentre il 3% è un consumatore abituale. Pressoché impossibile “misurare” i rischi di danni alcol-correlati (immediati e cronici) e di dipendenza alcolica che, come spiegato dal dottor Marco Cristofori, responsabile del servizio di Sorveglianza e Promozione della Salute “variano in funzione di diversi fattori: la quantità complessiva di alcol bevuta abitualmente, la quantità di alcol assunta in una singola occasione, le modalità ed il contesto di assunzione dell’alcol”. Non è possibile inoltre stabilire limiti al di sotto dei quali i rischi si annullano, quel che è certo è che l’alcol è considerato sicuramente cancerogeno per l’uomo. A differenza di molti altri fattori di rischio comportamentali, il consumo di alcol è più diffuso nelle persone senza difficoltà economiche e con più alti livelli di istruzione. Stando sempre all’indagine Passi, solo pochi medici si informano riguardo al consumo di alcol dei propri assistiti.

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