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Le opere provocatorie di Hermann Nitsch in mostra al Ciac di Foligno

Pubblicato il 24 Marzo 2017 14:33 - Modificato il 5 Settembre 2023 17:47

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Sarà Foligno ad ospitare la più importante mostra internazionale realizzata in Italia da Hermann Nitsch, artista austriaco considerato tra i massimi esponenti dell’Attivismo viennese. Noto per le sue performance e installazioni che tanto hanno fatto discutere, il maestro Nitsch approda nella città della Quintana con quaranta opere, divise in nove diversi cicli di lavori, realizzati tra il 1984 e il 2010. Ospitata dal Centro italiano di arte contemporanea, nella sua sede di via del Campanile, la personale dedicata all’artista austriaco aprirà ufficialmente i battenti sabato 25 marzo, alle 18, e sarà visitabile fino al 9 luglio prossimo. Intitolata “O.M.T. Orgien Mysterien Theatre (Teatro delle Orge e dei Misteri) – Colore dal Rito, l’esposizione presenta alcune delle più celebri installazioni di Hermann Nitsch. Come le grandi tele, in cui a dominare è il colore rosso schizzato o versato, o ancora i cosiddetti “relitti”, ossia tutti quegli strumenti e quegli oggetti utilizzati dall’artista durante il proprio lavoro. E poi, stampe su tela, tavole disegnate con i pastelli a cera e litografie. Quaranta opere che confluiscono in un unico grande lavoro che, come spiegato da Italo Tomassoni – curatore della mostra insieme a Giuseppe Morra – “coinvolge tutto e tutti: dagli spazi del Ciac che ospitano la mostra agli spettatori che la visiteranno”. A cominciare dagli studenti delle scuole superiori di Foligno che venerdì mattina, in anteprima, hanno potuto non solo ammirare le opere del maestro austriaco, ma hanno anche potuto dialogare con l’artista. “Ho apprezzato molto questo incontro tra l’autore e i ragazzi – ha commentato il vice sindaco Rita Barbetti – Poter parlare con un artista e conoscere le sue motivazioni – ha proseguito – è un arricchimento per gli studenti per apprendere meglio lo sconfinato universo dell’arte moderna”. Un universo che, nel caso di Hermann Nitsch, vede in ogni opera un vero e proprio dramma, come sottolineato da Italo Tomassoni. “È una mostra che va visitata come fosse una liturgia – ha spiegato – nella quale l’artista dà la sua visione spiritualista”. Un arte provocatoria, quella di Nitsch, non solo nei temi trattati ma anche negli strumenti utilizzati – basti pensare alle tele dipinte con il sangue – su cui però il Ciac di Foligno punta molto. “Ci vorremmo occupare di quella cultura un po’ dimenticata e snobbata dal sistema – ha detto al riguardo Giancarlo Partenzi –. È questa la strada su cui ci muoveremo, toccando anche tematiche scabrose come possono essere quelle trattate da Hermann Nitsch. Il tenore di questa esposizione, realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Morra, è molto elevato – ha concluso Partenzi – e ci proietta nell’olimpo dei musei del Centro Italia”.  

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