Temperature costantemente sopra la media e precipitazioni ridotte della metà rispetto alla normalità. Sono questi i due elementi per cui passerà alla storia umbra questo primo semestre del 2017. “E’ una situazione particolarmente difficile quella che sta vivendo la nostra regione sul fronte meteo climatico – è stato, infatti, il commento di Fabio Pauselli di UmbriaMeteo – sia per ciò che riguarda l’andamento termico sia le precipitazioni, che hanno fatto registrare un andamento pluviometrico negativo mediamente del 40-50 per cento”. Lo dimostrano anche i dati fatti registrare a Foligno, dove, come spiegato da Pauselli “a giugno non è caduto nemmeno un millimetro di pioggia, mentre nei primi sei mesi dell’anno il livello è stato di 250 millimetri contro i 450 che dovrebbero cadere di media”. E’ andata meglio nell’Appennino folignate. “Lì ha piovuto di più rispetto al fondovalle – ha sottolineato Fabio Pauselli – ma soprattutto ha nevicato molto nel mese di gennaio, anche se comparando i dati degli ultimi cinque mesi l’ammanco, in percentuale, è del tutto simile a quello del fondovalle”. Ma cosa attende gli umbri nei prossimi giorni? Dopo un “break estivo” segnato dal passaggio di alcune perturbazioni che in Umbria, però, si tradurranno in qualche rovescio e temporale tra giovedì 29 e venerdì 30 giugno, le temperature torneranno a superare le medie stagionali. Guardando invece ai prossimi mesi, secondo le attuali proiezioni luglio sarà meno asciutto e caldo di giugno, mentre ad agosto si dovrebbe tornare ad una situazione di normalità stagionale. Ad ogni modo, comunque, le alte temperature e il caldo eccessivo registrati hanno ripercussioni negative non solo sulla salute delle persone ma anche sulle colture. E proprio sul fronte agricolo, la situazione appare oggi drammatica per tutte le colture, senza distinzione alcuna. “In qualche zona dell’Umbria c’è stato un certo ristoro – ha detto Marco Caprai, presidente regionale di Confagricoltura – perché sono caduti dai 30 ai 50 millimetri di pioggia”. Il riferimento è, in questo caso, all’Alta Valle del Tevere, mentre per quanto riguarda la Valle Umbra Sud la situazione – così come dichiarato da Caprai – “rimane piuttosto difficile”. Situazione che per il numero uno di Confagricoltura Umbria si sarebbe potuto evitare se solo si fosse portato a termine il Piano irriguo che “partito decenni fa – ha dichiarato – non è mai stato completato”. Un ritardo non da poco, considerato anche che l’agricoltura negli anni è cambiata al punto che oggi le esigenze idriche sono inferiori. “Nonostante ciò – ha però concluso Marco Caprai – e con un piano irriguo non perfettamente funzionante, finisce che ci si ritrova in situazioni come quelle attuali”.
Ha collaborato Maria Tripepi.